Saltano gli equilibri iniziali anche a causa della delusione di chi sulla carta ha consensi ma non ha spazio nel proprio schieramento. Abramo ha perso appeal e si ritrova con due soli fedelissimi. Il quadro generale
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
L’inattesa frammentazione del voto, caratterizzato da repentini “traslochi” da sinistra a destra dove c’è forte odore di trionfo, potrebbe essere una delle grandi variabili nella Circoscrizione centro alle Regionali 2021. Lo diciamo considerato come - chi ne dispone ed è rimasto scontento dal trattamento ricevuto nell’area in cui militava fino a poco fa - sta offrendo sostegno e cospicui pacchetti di preferenze che potrebbero alterare gli equilibri di partenza in alcune liste della coalizione pro Roberto Occhiuto, in cui si lotterà fino all’ultimo minuto per il primato. Che, soprattutto laddove non si rischia affatto di non raggiungere il quorum, si può leggere alla stregua di un biglietto sicuro per Palazzo Campanella.
Ma, pur essendo la più importante, non è l’unica posta in gioco.Dal momento che, in particolare a Catanzaro, sono in parecchi (soprattutto fra gli esclusi eccellenti di questa tornata) a voler recitare un ruolo da protagonista alle prossime Comunali. Amministrative in cui ai nastri di partenza non ci sarà il sindaco Sergio Abramo, il quale con la scelta di approdare in Coraggio (dove supporterà Frank Mario Santacroce) ha causato una serie di reazioni in rivali storici ma anche ormai ex amici che lo hanno improvvisamente lasciato solo nell’assise cittadina.
Poco male però, per lui, adesso impegnato in una corsa quasi in solitaria nel tentativo di ottenere un posto da assessore esterno in Cittadella comunque confortato dal fatto che - pur se sempre più distratto dall’ennesima campagna elettorale a cui vuol prendere parte - nessuno gli toglierà la fiducia a Palazzo De Nobili dove anche i suoi più acerrimi nemici neppure si sognano di staccargli la spina per poi doversene andare a casa in anticipo.
Eppure è un sindaco allo stato isolato o, quantomeno, non più in grado di manovrare schiere di consiglieri come fu alle elezioni di appena 18 mesi orsono quando convogliò sul pupillo di allora, Filippo Mancuso, una folta pattuglia di gente pronta a portare acqua (leggasi consensi) al mulino. Stavolta, invece, gli unici due fedelissimi rimastigli accanto in modo leale sono Fabio Talarico e Giuseppe Pisano. L’operazione Santacroce è tuttavia una “mission possible” per Abramo, malgrado la perdita di appeal, tant’è vero che in risposta a tale mossa sono diversi i componenti del civico consesso avvicinatisi al rivale diretto di Santacroce, Francesco De Nisi. Battaglia dei numeri, quindi, fra loro con il primo che l’anno scorso uscì dalla città dei Tre Colli con 692 preferenze mentre il secondo con 135. Divario che qualcuno promette di contribuire a eliminare, se non anche a ribaltare.
Fra questi spicca Jonny Corsi, che in carriera ha sempre rivendicato scelte libere e di assoluta dignità, definibile un prodotto della “diaspora pitariana”. Il riferimento è al gruppo dalle ottime credenziali costituito per far rieleggere l’uscente Francesco Pitaro, invece non ricandidato per volontà del Pd, che si è diviso in mille rivoli. A cominciare dalla direzione imboccata dal diretto interessato che, da uomo di sinistra, pare sia rimasto con i Dem al fianco di Raffaele Mammoliti. Mentre altri, come premesso, hanno optato per De Nisi e altri ancora per Giusy Iemma, che avrebbe potuto essere in ticket con lo stesso Pitaro.
Ma non mancano voci di ulteriori convergenze con Antonello Talerico. Uno smembramento in piena regola, quindi. Che avrà però una significativa incidenza sulla sorte di qualche “aspirante” per cui 400-500 voti in più potrebbero fare la differenza tra spuntarla e rimanere mestamente fuori.