Il documento ufficiale della federazione PD, che da conto della discussione per l’individuazione delle candidature alle regionali dell’area centrale della Calabria, è laconico, a tratti burocratico il cui cuore è racchiuso in poche battute.

«Nel corso dei 18 interventi, che si sono succeduti, - recita il documento della federazione- è stata rimarcata l’importanza dell'adozione di criteri basati su militanza, coerenza del percorso politico e appartenenza alla comunità democratica, ma anche sulla necessità di apertura e innovazione del partito». Che detta così, sembra che tutto vada bene “madama la marchesa” ma, in realtà, nella discussione è stata sfiorata la rissa e, alla fine, a poche ore della scadenza dei termini per la presentazione delle liste, si è conclusa con un nulla di fatto.

Le candidature

I nodi sono rimasti tutti da sciogliere. Il comunicato ufficiale delle federazione catanzarese conclude: «I componenti dell’organismo cittadino (compreso l'on. Antonio Viscomi) dando seguito alla richiesta del commissario e in linea con gli altri interventi hanno proposto la seguente rosa di nomi: Aquila Villella, Giusy Iemma, Fabio Guerriero, Enzo Bruno e Gianluca Cuda. Precisando che, qualora il segretario di federazione non accetti la candidatura, si debba procedere a individuare un candidato tra Alecci e Pitaro». Il cuore del problema sta tutto in questi nomi.

A parte i nomi delle donne che sono stati individuati velocemente in considerazione della nuova norma sulla preferenza di genere, lo scontro riguarda soprattutto i maschietti. Diverse le problematiche aperte: il bacino elettorale, la carriera dei singoli e la corrente di provenienza (argomento particolarmente caro a Stefano Graziano).

La riunione del Pd catanzarese

La direzione provinciale del Pd si era riunita a Lamezia Terme per decidere le candidature a consigliere regionale e, invece, si è conclusa con un clamoroso nulla di fatto. E ciò, nonostante la presenza di Stefano Graziano, Antonio Viscomi e Libero Notarangelo. Secondo la nostra fonte, infatti, l'organismo si è diviso fortemente su i nomi in campo e la riunione si è trascinata in un clima rovente e acceso, ad un certo punto, sono anche volate parole grosse e la riunione è stata più volte sul punto di degenerare irrimediabilmente. Tre i nomi che "ballano", Enzo Bruno, Ernesto Alecci, Francesco Pitaro, due invece, gli spazi disponibili. Viene in mente il titolo del noto film di Matt Reeves “Tre amici, un matrimonio e un funerale”.

Come detto, i nomi ormai assodati per la Federazione di Catanzaro sono quelli di Giusy Iemma, Aquila Villella e Fabio Guerriero, rimasto in lizza perché già candidato lo scorso anno. Gianluca Cuda ha incassato il sostegno di una parte abbastanza consistente della direzione, la quale ha chiesto la sua ricandidatura per superare lo stallo. E, tuttavia, nonostante, l’escamotage tattico di Graziano, il quale rimette in gioco Cuda per chiudere la partita e lasciare Pitaro e Alecci come eventuali sostituti, a quanto sembra, lo scontro vero si sta consumando proprio su questi due nomi. I bookmakers, infatti, sono pronti a scommettere che Gianluca Cuda, già da tempo sembra abbia rinunciato alla candidatura e, nel contempo, però, il segretario provinciale, pare che abbia stretto un accordo elettorale con Francesco Pitaro, a quanto sembra, in cambio di una collocazione futura nella struttura consiliare. Pitaro che proviene dall’esperienza della lista di Pippo Callipo, anche se, dopo pochi mesi lo aveva abbandonato transitando nel gruppo misto, non fa dormire sonni tranquilli nemmeno all’ex presidente della provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, il quale è preoccupato dal fatto che, la new entry del Pd, sguazzi nello stesso brodo elettorale dell’esponente politico di Vallefiorita. A favore di Alecci, invece, sembrerebbe protendere il commissario regionale del Pd, il quale, con il sindaco di Soverato condivide la provenienza della stessa corrente interna, “Base Riformista”.

In questa “torre di Babele” democrat in salsa catanzarese, ci sono stati tentativi di mediazione che sono naufragati per la irriducibile contrapposizione interna tra le "tifoserie" dei candidati. A questo punto sarà difficile trovare il terreno di una ricomposizione unitaria visti i tempi strettissimi e la prospettiva di ulteriori sofferenze politiche finirebbe per avere conseguenze comprensibili sulla tenuta unitaria del PD nell'intera Circoscrizione indebolendo la stessa candidata presidente Amalia Bruni.