INTERVISTA | Il deputato pentastellato e delegato alle trattive spiega l'appello dei parlamentari a de Magistris e Tansi e la necessità di fare un passo indietro da parte di tutti compreso il Pd: «Servono candidati che non appartengano a gestioni passate»
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Il Movimento Cinque Stelle insiste sulla nuova linea e prova a lavorare per ottenere una coalizione di centrosinistra unita e in grado di competere realmente alle prossime elezioni regionali. Lo ribadisce chiaramente anche il deputato Alessandro Melicchio, delegato alle trattative con gli altri partiti fin dalla costituzione del tavolo che nello scorso dicembre non ebbe molta fortuna. Melicchio analizza anche la delicata fase di transizione che il M5s sta attualmente attraversando.
Cosa sta succedendo nel M5s? Si può dire che è davvero iniziata la gestione di Giuseppe Conte? Quali sono le resistenze interne?
«Il Movimento 5 Stelle è in evoluzione, è un processo iniziato da diverso tempo innanzitutto a livello nazionale, anche e soprattutto grazie alla presenza del Presidente Conte, ormai stabilmente con noi. Ci sono delle resistenze a questo cambiamento, come ce ne sono state in passato, è inutile nasconderlo. Però la politica non la si può fare con i ricorsi in tribunale. La politica è consenso delle persone e attorno a Giuseppe Conte c’è tanto consenso. Il processo costituente è ormai alle battute finali e sono convinto che questa scelta, una volta approvata dai nostri iscritti, sprigionerà grandi energie ed entusiasmo anche a livello locale».
Perchè è così difficile l'alleanza con il Pd? A Roma si potevano trovare soluzioni diverse?
«Il Movimento 5 Stelle sarà protagonista e il suo ruolo non sarà in alcun modo remissivo rispetto a temi e idee. A Roma Virginia Raggi sta dando un nuovo volto alla città, dopo le comprensibili iniziali difficoltà dovute alle tante criticità che la città ha ricevuto in eredità dalle precedenti pessime amministrazioni. Deve continuare questo intenso lavoro, che solo adesso sta dando i suoi frutti. I romani se ne stanno rendendo conto ogni giorno di più. Noi quindi, a Roma, avevamo già la candidatura di Virginia Raggi da sostenere con convinzione perché ha governato bene una città molto complessa. Avremo altre occasioni per rafforzare il dialogo con il Pd. Ci saranno realtà dove proveremo a costruire una perfetta intesa e una proposta congiunta, come sembra stia accadendo a Napoli, mentre in altre potremmo recuperare una collaborazione al secondo turno. In altre ancora apparirà chiaro che non si può correre insieme. Non sarà un problema e non fermerà la voglia di cercare soluzioni comuni, soprattutto a livello nazionale dove c’è un orizzonte più ampio fino alle politiche».
In Calabria che succederà? Avete firmato una nota che sembra più rivolta a far rompere Tansi e de Magistris che a creare una coalizione...
«In verità no, sono solo i titoli, che non facciamo noi, ad aver evidenziato questa questione. Ci siamo invece rivolti a De Magistris perché è il candidato presidente. Il nostro intento di creare un’ampia coalizione, unitaria, che possa concretamente contrapporsi a questo disastroso centrodestra è sempre stata chiara e non c’è affatto voglia di escludere nessuno».
L'alleanza con il Pd non si fa per il nome di Nicola Irto? Ma il Movimento ha in mente un altro nome?
«Io spero ancora che non ci siano scelte unilaterali e chiusure da parte di nessuno alla voglia di mettere in campo le migliori risorse possibili e che diano un chiaro segnale di cambiamento ai calabresi. Ci vuole l’aiuto di tutti per non lasciare in mano a questo centrodestra la regione e la gestione delle tante risorse che arriveranno dal Recovery Fund, sarebbe disastroso per tutta la Calabria. Però il M5S resta sull’idea di proporre una svolta limpida e convincente, anche per le troppe persone che non vanno più a votare. Per questo abbiamo la necessità di presentare candidati diversi da chi è già stato nella classe politica calabrese e non è riuscito, evidentemente, a cambiare alcunché».
Quale potrebbe essere un percorso concreto per superare la fase di stallo e non arrivare divisi alle urne?
«Noi stiamo facendo di tutto per portare alla guida della Calabria le forze politiche sane. Abbiamo alle spalle un cammino comune, un percorso di franco e continuo scambio e di arricchimento reciproco in parlamento con i gruppi che hanno sostenuto il governo Conte II. Nella nostra regione questo percorso può essere corroborato da una coalizione civica che vuole, come noi, un vero cambiamento. Abbiamo un’occasione storica e da qui il nostro ultimo appello a non buttar via tutto, a rimettersi in discussione e a fare anche qualche passo indietro, se necessario, sempre per il bene della Calabria e dei calabresi. La fatica che abbiamo fatto e stiamo facendo per contrastare questo centrodestra che - nel mentre di una terribile emergenza - ha pensato e continua tuttora a pensare solo a distribuire favori ad amici e clienti, testimonia che stare all’opposizione consente sì di puntare il dito contro una classe politica inadeguata, ma per far qualcosa di concreto è necessario proporsi come forza di governo con un disegno politico coerente».