VIDEO | Dopo una vita in corsia e la mancata elezione per un soffio nella scorsa tornata il medico ci riprova e punta sulla sanità: «Deve essere per tutti e uguale per tutti»
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«Credo che una rivoluzione sia possibile». Non ha dubbi Domenico Consoli, ex primario del reparto di Neurologia dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Dopo la delusione della precedente tornata elettorale, in cui era rimasto fuori dal Consiglio regionale soltanto per sei voti, il professionista ci riprova, sempre con il centrosinistra e la lista “Amalia Bruni Presidente”. E lo fa con una idea ben precisa in testa: quella della rivoluzione. Culturale, si intende, ma che riesca ad abbracciare i settori nevralgici della società calabrese, in particolare la sanità, senza dubbio il più vituperato, dopo anni di commissariamento, e quello in cui ha speso tutta la sua vita: «Credo sia inaccettabile – commenta Consoli - la carenza di specialisti negli ospedali calabresi. Mi chiedo perché la Regione, anziché scialacquare il denaro pubblico, in tutti questi anni non abbia investito sulla formazione di giovani medici finanziando delle borse di studio. Se lo avessimo fatto, se avessimo valorizzato le nostre risorse, oggi avremmo i migliori specialisti vincolati qui per anni».
I problemi della sanità in Calabria
Un problema, quello della carenza di personale, che fa il paio con una migrazione sanitaria sempre più schiacciante: «La Lombardia ha ricavi per 770 milioni di euro all’anno solo per l’esodo sanitario, mentre la Calabria ha accumulato in totale un debito di oltre tre miliardi in dieci anni di commissariamento. Se avessimo dato delle risposte sul territorio, avremmo potuto risparmiare buona parte di questi soldi».
La ricetta di Consoli in campo con Amalia Bruni
Già, il territorio, altro tasto dolente dell’organizzazione sanitaria, su cui, secondo Consoli, è necessario intervenire al più presto: «Bisogna dividere la medicina ospedaliera da quella territoriale, sempre più penalizzata in questi anni. Non è possibile che Vibo Marina, per restare nella mia zona di competenza, non abbia un poliambulatorio specialistico e che per alcune prestazioni ci siano tempi di attesa di due anni per alcune prestazioni. La medicina – incalza Consoli – deve essere per tutti e uguale per tutti».
Una rivoluzione in ogni settore, dunque, che non può prescindere da un fattore su cui Consoli fa leva: «Spero che gli elettori mi permettano di portare avanti questa rivoluzione culturale, nel nome di una legalità che deve essere testimoniata, non proclamata. E io ho l’orgoglio di essere libero, forte e onesto».