«Apprendo dalla stampa che la candidata alla presidenza Amalia Bruni mi richiama in causa da Crotone e questa volta lasciandosi andare a dichiarazioni che mettono in dubbio il mio impegno per la mia amatissima terra». Così in una nota la leader delle Sardine in Calabria Jasmine Cristallo controreplica alla candidata alla presidenza Amalia Bruni.

«Non è mio costume appuntarmi da sola medaglie e distintivi sul petto ed è per questa ragione che le risparmierò le tappe della mia storia personale, politica e sociale. Rammento alla dottoressa Amalia Bruni che il 14 luglio scorso, subito dopo l’indicazione della sua persona a candidata alla presidenza, fu lei a contattarmi al telefono chiedendomi espressamente di “starle accanto” in questa sua competizione segnalando “l’importanza” di un mio ruolo attivo nella sua campagna elettorale e argomentando tali accorate sollecitazioni con riferimenti espliciti al mio “importante impegno politico e sociale” lo stesso che oggi disconosce strumentalmente.
Sarà che non ho accettato».

«Mi spiace che la dottoressa Bruni - continua Cristallo - non comprenda (o non voglia comprendere…) che le critiche mosse sono puramente di matrice politica e non personale e che a queste bisognerebbe aver la capacità di rispondere politicamente e non cercando di sminuire dal punto di vista personale l’altro. Ancora una volta mi tocca ribadire che nulla di ciò che ho dichiarato è mirato ad intaccare il profilo umano della dottoressa Bruni. Il punto di contrasto, che lei sta esacerbando oltre ogni previsione, nasce dalla necessità della candidata di testimoniare ogni due per tre attestati di fedeltà al gruppo che l’ha imposta e all’impianto politico che la sorregge: quello rappresentato da Stefano Graziano, Francesco Boccia ed alcuni spezzoni democrat di Cosenza e Reggio Calabria. L’unico consiglio che mi sento di rivolgere alla dottoressa Bruni è di concentrare le sue attenzioni e la sua campagna elettorale non su di me, ma su Occhiuto perché mi pare che fino ad ora non l’abbia attaccato a sufficienza.
Eppure, dovrebbe essere lui il suo avversario».