Apparentemente si tratta di una nemesi: il Pd che elemosina un'alleanza ad Aiello, il docente universitario che, nel 2015, chiese un posto nella giunta di Mario Oliverio ricevendo, per tutta risposta, una porta in faccia. Solo apparentemente, perché i dem – soprattutto i dirigenti calabresi – del prof cosentino non vogliono nemmeno sentir parlare.

Il discorso sembrerebbe chiuso, con il Movimento 5 stelle pronto ad affrontare le urne guidato da Aiello e con l'apporto di alcune liste civiche.

La realtà, però, è molto diversa. Perché il giovane studioso dell'Unical divide – e profondamente – anche i vertici pentastellati, per niente sicuri di puntare su di lui per dare la (quasi impossibile, allo stato attuale) scalata alla Cittadella.

Scintille in videoconferenza

La prova si è avuta ieri pomeriggio, nel corso di una videoconferenza su Skype alla quale hanno preso parte Aiello e diversi altri parlamentari 5 stelle. Era una specie di “cena per farli conoscere”, ma è finita con un lancio di piatti. Il primo faccia a faccia online, infatti, non ha dato i risultati sperati; anzi, avrebbe messo in luce la distanza che separa il prof da molti deputati e senatori del Movimento.

I parlamentari, in primo luogo, non avrebbero gradito affatto la sicumera di Aiello, che a tratti avrebbe mostrato un atteggiamento di «tracotanza» mista a «presunzione» ed «egocentrismo». Non è piaciuto neanche il passaggio in cui l'accademico avrebbe mostrato insofferenza verso le parole di Dalila Nesci, che ieri aveva dichiarato pubblicamente di essere pronta a votare “no” alla sua candidatura in caso di consultazione su Rousseau.

Insomma, la prima impressione dei big è perlopiù negativa. E, nelle ore successive alla videoconferenza, nelle chat interne il malcontento sarebbe esploso in tutta la sua forza. Aiello, dal canto suo, non ha ancora sciolto la riserva, ma chi lo conosce giura che la sua volontà di candidarsi non sarebbe mai stata contornata da dubbi.

La pausa di riflessione potrebbe essere un semplice vezzo ripreso da politici ben più navigati, dal momento che – assicurano alcuni parlamentari – «è stato proprio lui a proporsi come candidato». Non è molto difficile credere, visto che quattro anni fa Aiello aveva dato la sua disponibilità anche a Oliverio.

A favore e contro

Il prof potrebbe comunque ancora contare sull'appoggio dell'europarlamentare Laura Ferrara e della sottosegretaria Anna Laura Orrico. Quest'ultima, secondo quanto si racconta, in passato si sarebbe spesa per Aiello anche con l'ex titolare delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che lo ha poi nominato rappresentante del ministero nel Comitato di indirizzo della Zes calabrese.

Tuttavia, è ben nutrito anche il fronte opposto. C'è Nesci, che ha chiesto «un dialogo serio e rapido guidato da una figura autorevole del Movimento 5 stelle che garantisca i nostri valori con tutte le forze pulite e trasversali della Calabria, a partire dalla sinistra, sui temi». E c'è la deputata Federica Dieni, che oggi – in un post su Facebook – ha detto «no a scelte improvvisate e frettolose che invece di aiutarci ci farebbero ottenere l'effetto contrario».

Contrari alla discesa in campo di Aiello sarebbero anche il deputato Francesco Sapia e la senatrice Bianca Laura Granato.

Torna Callipo?

Chi pare invece compatto sul veto ad Aiello è il Pd. Che ancora spera nell'unione con i 5 stelle, ma a certe condizioni. Al Nazareno guardano con grande interesse e fiducia all'iniziativa dell'imprenditore Nino De Masi, che nei giorni scorsi ha lanciato un appello alla società civile e che – come raccontato da lui stesso in un'intervista al Fatto Quotidiano – sta svolgendo il ruolo di intermediario tra M5s e Pd: «Ho spiegato loro che devono smetterla di porre veti incrociati l’uno contro l’altro perché altrimenti qui si sta facendo come quel signore che si taglia gli attributi per fare il dispetto alla moglie (...) Io mi sono reso disponibile per andare a parlare con le loro delegazioni parlamentari. Dobbiamo mettere da parte la litigiosità che ci ha portato a un allontanamento della politica».

De Masi ha un obiettivo, convincere Pippo Callipo a tornare in gioco: «Sto cercando – ha detto al FQ – di farlo parlare con il Movimento Cinque Stelle e con il Pd per dire a tutti di trovare punti di equilibrio».

Il Pd sì, il M5s ni

Non si sa ancora se la moral suasion di De Masi avrà effetti su Callipo, che aveva ritirato la sua disponibilità a causa della indeterminatezza del M5s e del Pd. L'appello dell'imprenditore di Gioia Tauro ha però trovato grande ascolto al Nazareno, dove sarebbero pronti fin da subito a siglare un accordo elettorale suggellato dalla candidatura del “re del tonno”.

Non tutti i parlamentari pentastellati sarebbero al corrente di questa nuova fase, anche se De Masi ha ammesso di avere avuto più contatti con il coordinatore Paolo Parentela e assicurato che «il dialogo è aperto».

L'alleanza e Di Maio

Quanto al capo politico, Di Maio ha rinviato l'incontro di oggi con il Movimento calabrese, ufficialmente per il maltempo. Ma non sono pochi a credere che abbia voluto saltare il vertice di Catanzaro in attesa che il quadro si faccia un po' più chiaro.

Le certezze, per ora, sono due. La prima: oggi si sono aperte le candidature per le Regionarie della Calabria e dell'Emilia Romagna. La seconda: questa sera (alle 20.30) Di Maio incontrerà i portavoce e i militanti dell'Emilia Romagna, con cui discuterà della possibile alleanza giallorossa, sponsorizzata con forza dal garante Beppe Grillo. Un eventuale accordo, per derivazione, avrebbe effetti anche in Calabria, per la gioia di De Masi e lo scorno di Aiello. E non è nemmeno escluso che sull'argomento venga indetta una nuova votazione su Rousseau.

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