Il candidato governatore Luigi De Magistris ha indicato la Calabria come laboratorio politico in cui sperimentare intese che potrebbero andare oltre i confini regionali.

«Non sono e non sarò il candidato del centrosinistra. Sono un uomo di sinistra che però parla a tutti i calabresi – ha specificato nella sua intervista a Lacnews 24 – Ci troviamo in un momento storico fondamentale per una svolta in Calabria: rottura del sistema e capacità di governo, alternativa etica, sociale ed economica. Non pensiamo di vincere solo con i voti del centrosinistra. Il nostro è un programma nell’interesse dei calabresi».

E che guarda a tutte le forze civiche ma anche ai Cinque Stelle. «Il M5s che non è compromesso negli anni con il governo della Regione Calabria ha una possibilità: o rimane avviluppato al sistema romano o decide di ritornare alle origini e alle lotte che ci hanno accomunato nel passato. E molti esponente della base vedono con favore questa coalizione civica. Credo che l’imminente costituzione del governo Draghi con un’ampia maggioranza parlamentare indebolisce il già fragile rapporto tra Pd e Cinque Stelle e libera maggiormente le energie territoriale e i Cinque Stelle vorranno dimostrare di essere alternativi. Il Governo Draghi può favorire la coalizione che stiamo costruendo dal basso e fa diventare la Calabria un laboratorio».

De Magistris commentando la scelta del Pd su Nicola Irto contemporanea all’annuncio del suo accordo con Tansi ha poi detto: «Stiamo dettando i tempi dell’agenda politica calabrese».

L’ex magistrato è tornato poi ai tempi del suo impegno in Procura a Catanzaro e ha spiegato così la sottrazione delle indagini che stava seguendo in quegli anni, le famose Why Not e Poseidone. «Mentre adesso a Catanzaro c’è un procuratore che fa le indagini all’epoca c’era un procuratore che mi fermava e non mi faceva fare le indagini perché era amico di alcuni indagati».

E ancora: «Abbiamo una sostanziale confessione di Palamara che in quegli anni, 2007-08, era il presidente dell’Associazione nazionale magistrati che diede copertura politico associativa a quella vicenda e disse quando fummo fermati: il sistema ha dimostrato di avere gli anticorpi. A distanza di dieci anni ha confessato che sono stato fatto fuori perché non appartenevo a quel sistema».

Infine la stoccata sull’acqua pubblica con la risposta al presidente Sorical Calabretta. «La Calabria sarà la prima Regione d’Italia ad avere l’acqua pubblica che toglie appetiti e sperperi della politica. Ci sono intere zone in Calabria che non hanno l’acqua ma pagano tariffe spropositate. Ricordo a Calabretta che è intervenuto in maniera scomposta su Napoli che abbiamo svolto un referendum sull’acqua pubblica e abbiamo trasformato una spa in azienda interamente pubblica “Abc acqua bene comune”. L’azienda fa utili e abbiamo assunto decine di persone. Adesso si occupa anche di fognature e depurazioni e come segno di solidarietà abbiamo aperto pure due sorgenti d’acqua in Siria e in Palestina. Pensate cosa può fare un’intera Regione se realizza l’acqua bene comune come dice il Papa».