Il Partito democratico calabrese non riesce ad essere unito neanche nella stesura delle note. Poche ore fa infatti, dalla Federazione catanzarese era stata diffusa una nota che dava conto della riunione della direzione provinciale riunita a Lamezia Terme e chiamata a decidere i candidati delle regionali per la circoscrizione. La nota, molto burocratica, tentava di occultare la vera natura della discussione e si concludeva sostanzialmente con l’annuncio di un rinvio.

Un nostro pezzo, grazie ad un’autorevole fonte interna, aveva svelato invece, i veri contorni della discussione, i quali smentivano toni e contenuti che si cercavano di accreditare nella nota stampa, da parte dei vertici democrat rappresentati dal commissario regionale Stefano Graziano. A distanza di poche ore, una nuova nota del Pd, avallata dal segretario provinciale Gianluca Cuda e dal presidente dell'assemblea provinciale, Michelino Drosi (biografo pentito dell’ex presidente della regione Oliverio) smentisce il precedente comunicato (della serie nel partito del Nazareno in salsa calabrese non si riesce a essere uniti nemmeno negli uffici stampa) minacciando fuochi e fiamme, compreso provvedimenti disciplinare contro i diffusori della “nota falsa (?)”.

La nota

Siamo su scherzi a parte? Neanche per sogno siamo nel Pd calabrese a trazione Stefano Graziano, il quale, balla sulle lacerazioni di quello che rimane degli organismi di partito. La nuova nota, in perfetto stile da Tass sovietica recita così: «Sono state diffuse, nelle ultime ore, notizie infondate e ricostruzioni artificiose sulla riunione della direzione provinciale del Partito Democratico, tenutasi ieri pomeriggio nella sede regionale di Lamezia Terme e che si è occupata della definizione delle candidature del Partito nella Circoscrizione Centro». Scrive la Federazione provinciale del PD di Catanzaro.

«All’incontro - si legge nel comunicato - hanno portato il contributo, oltre agli stessi componenti dell’organismo provinciale, il commissario regionale Stefano Graziano, l’On. Antonio Viscomi, il consigliere regionale Libero Notarangelo. Dopo ampia ed articolata discussione, anche con toni franchi, la direzione provinciale non ha assunto alcuna determinazione non soltanto sui nomi da proporre, non registrando la necessaria unità ma non si è neppure potuta pronunciare sul percorso politico, proposto da alcuni componenti, per superare l’attuale stallo. Per il prosieguo - continua la nota - in presenza di comportamenti non autorizzati da alcuno, in ordine alla diffusione di notizie inerenti la vita interna di Partito, assumeremo le necessarie e dovute azioni disciplinari nei confronti di chiunque che, senza titolo, si sostituisca agli organi dirigenti della federazione provinciale di Catanzaro».

Sostanzialmente la nota ufficiale del Pd di Catanzaro (almeno fino alla prossima smentita della smentita) conferma quanto da noi anticipato nel pezzoRegionali: nel PD di Catanzaro è guerra intorno alle candidature di Bruno, Pitaro e Alecci”. Ovviamente la situazione interna non migliora affatto, anzi, rivela una tensione estremamente nociva all’equilibrio e alla serena conduzione della campagna elettorale della dottoressa Amalia Bruni. A ciò si aggiunga sullo sfondo anche la strisciante polemica sull’opportunità della candidatura della professoressa Aquila Villella, la quale è cognata della ricercatrice lametina.