L'ultimo a invocare un deciso cambio di rotta è stato il dirigente del Pd Luigi Gagliardi. La prossima riunione convocata da Stefano Graziano, alla quale parteciperà Andrea Orlando, rischia di trasformarsi in un regolamento di conti
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Nonostante il governatore Mario Oliverio continui a negare l’esistenza di una crisi nel suo rapporto con il Pd, non passa giorno senza che un dirigente o un punto di riferimento di qualche corrente non prenda le distanze dal suo operato.
Dopo il componente dell’assemblea nazionale Giuseppe Mazzuca che ha chiesto di interrompere la politica «dell’uomo solo al comando», adesso è il turno del dirigente Luigi Gagliardi che offre «pieno sostegno alla linea dettata dal commissario regionale Stefano Graziano. È il momento di promuovere un cambiamento radicale da realizzare tramite un’alleanza civica guidata da un esponente in grado di incarnare il rinnovamento». Una vera e propria bocciatura per un eventuale ricandidatura dell’attuale presidente della giunta. «La nostra Regione non può perdere altro tempo – afferma ancora Gagliardi - le prossime elezioni regionali saranno un ultimo appello da non mancare. Proprio per questo sarà fondamentale lavorare bene in questi mesi. Servono figure e idee in grado di riportare fiducia ai cittadini e questo si può realizzare solo tramite il confronto e l’ascolto».
Ma sull’esigenza di rinnovamento nell’azione politica del Pd calabrese, anche e soprattutto nella sua classe dirigente e nei suoi candidati, si erano espressi durante le scorse settimane molti esponenti di diverse correnti. Ad esempio l’area che ha sostenuto Roberto Giachetti alle primarie per l’elezione del segretario nazionale, così come quella legata a Francesco Boccia. Numeri che vanno ad aggiungersi a quelli della mozione Martina di cui Stefano Graziano è esponente e dell’area Zingaretti alternativa ad Oliverio. Quella legata cioè all’ex deputato Bruno Censore e al consigliere regionale Carlo Guccione.
Facendo i conti, si tratta della maggioranza del partito calabrese che pare intenzionata a presentare il conto al presidente in occasione della riunione convocata per il prossimo 13 giugno per fare il punto dopo le elezioni europee e alla quale prenderà parte anche il vicesegretario nazionale Andrea Orlando.
Per uscire dal guado il governatore stava provando ad accelerare ipotizzando una candidatura a prescindere, anche alla guida di un coalizione civica, ma la trovata stemperata quasi subito dopo non si è rivelata di certo una chiave di volta. Anzi. Avrebbe fatto storcere il naso a più di un notabile romano sempre ben informato dagli emissari di Graziano sul territorio.
Riportare a sintesi l’universo democrat, insomma, non sarà semplice e il lavoro che aspetta Graziano assai difficoltoso, considerando che il tempo stringe e che oltre a scegliere il prossimo candidato governatore alle elezioni, ci sarebbe anche da indire e svolgere il congresso regionale.