Movimento unito sul No a qualsiasi accordo con altri partiti, spaccato sulla candidatura alla presidenza. Il re del tonno sarebbe sponsorizzato solo da un parlamentare, la maggior parte punta invece sul presidente di Isde. Adesso la palla passa a Di Maio
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Ora Di Maio conosce la posizione ufficiale dei suoi parlamentari calabresi. Un nutrito gruppo di deputati e senatori si è incontrato ieri a Roma per discutere delle prossime Regionali e delle candidature alla presidenza. Ma, soprattutto, per limare nei minimi dettagli un documento che, nella sua versione finale, è stato consegnato al braccio destro di Luigi Di Maio, Pietro Dettori, anche lui presente al vertice.
Nel dossier affidato alle cure di Dettori è espressa a chiare lettere la posizione dei portavoce, che in sostanza mantengono la linea più volte ripetuta in queste ultime settimane. E dunque: sì alle alleanze con le forze civiche (come da statuto); no a qualsiasi accordo con altri partiti politici, nello specifico con il Pd.
I parlamentari, sul punto, hanno espresso una compattezza quasi granitica, consapevoli che gli attivisti calabresi mal digerirebbero un'intesa elettorale con il partito ritenuto, fino a un mese fa, il male assoluto della politica regionale.
La spaccatura
L'unità anti-dem, per adesso, sembra però l'unico denominatore comune tra i 17 portavoce. Nel corso del vertice è infatti emersa una spaccatura abbastanza profonda tra le diverse anime della delegazione. La maggior parte dei parlamentari pare favorevole alla candidatura del presidente di Isde (Associazione medici per l'ambiente) Ferdinando Laghi.
Sarebbero invece scese in modo considerevole le quotazioni di Pippo Callipo. Sembra infatti che l'imprenditore del tonno, dopo che il suo nome è stato fatto circolare con insistenza negli ultimi 10 giorni, possa in concreto vantare un solo sponsor parlamentare, ovvero il giovane deputato vibonese Riccardo Tucci.
Va detto che nel documento affidato a Dettori sono state inserite entrambe le proposte per la candidatura alla presidenza. Ma la bilancia penderebbe in modo evidente dalla parte di Laghi. Questo significa, inoltre, che le chance di Dalila Nesci si sono ridotte al lumicino. I suoi colleghi non hanno evidentemente voluto inserirla nella ristretta rosa dei papabili proprio per via dei dubbi legati alla possibile candidatura di una deputata che è già stata sconfitta nel suo collegio uninominale (Vibo) e che è stata estromessa da qualsiasi ruolo di governo, malgrado fosse tra i favoriti per la poltrona di ministro della Salute. «La presidenza della Regione non può certo essere considerata un ripiego», commenta con malizia un portavoce.
La terza via
Ieri però è stata tracciata anche una terza via. A illustrarla è stato un piccolo gruppetto di parlamentari capitanato dal deputato lametino Pino D'Ippolito. L'idea è quella del “disimpegno”. Secondo questa area, infatti, la delegazione calabrese dovrebbe astenersi dal fare nomi e proposte, affidandosi esclusivamente alla rete e al voto degli attivisti sulla piattaforma Rousseau.
La volontà dei calabresi conta tuttavia fino a un certo punto. Adesso infatti la palla passa a Di Maio, che certo terrà in considerazione le indicazioni dei suoi parlamentari, ma alla fine deciderà secondo una prospettiva più generale, che tenga conto di equilibri, accordi e convenienze nazionali.
In Umbria, il Movimento è azionista del «patto civico» con il Pd, ed è arduo (ma non impossibile) immaginare che i pentastellati possano adottare strategie diverse a seconda del territorio.
I parlamentari calabresi, comunque, non hanno dubbi: «Sarà Luigi a sbrogliare questa situazione». Alla finestra c'è anche il Pd.
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