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Il Consiglio comunale approva a maggioranza il nuovo regolamento per la collaborazione con i cittadini ‘per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani’. La proposta, illustrata in aula dal Presidente della Commissione Regolamenti Demetrio Martino, prevede una serie di opportunità di collaborazione tra i cittadini, anche organizzati in soggetti collettivi, e l’amministrazione comunale.
‘I beni comuni – spiega il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà – non sono beni del Comune, ma beni della comunità e ad essa vanno restituiti. L’atto che approviamo vuole essere un abbraccio di riconciliazione tra il comune e i cittadini, che punta a ricostruire una frattura che si è creata, colmando un’erosione dei meccanismi democratici acuiti anche dalla crisi finanziaria del Comune. E’ un primo passo ma è chiaro che presuppone un rapporto di fiducia con i cittadini che decideranno di mettersi in gioco in prima persona prendendosi cura di una parte della città’.
Nell’elenco dei beni comuni che sono oggetto del regolamento anche un’apposita sezione relativa ai beni confiscati alla ‘ndrangheta. Qui, in realtà, i rapporti tra il Comune e gli assegnatari sono specificati dalla legislazione antimafia. A gestire la partita sarà la nuova consigliera delegata ai beni confiscati Nancy Iachino. Spiega ancora Falcomatà: ‘Oltre l’approvazione dei regolamenti è necessario qui impegnarsi anche perché le somme provenienti dalle confische non vadano tutte a finire nel Fug, ma una quota parte rimanga sul territorio e sia vincolata al mantenimento dei beni confiscati al fine di evitarne il depauperamento. Le ville dei boss ai più poveri, i beni confiscati a chi ha lucrato vadano ai piccoli imprenditori che hanno denunciato il racket. Diciamo un chiaro no a queste pratiche. Il racket e l’usura fanno schifo. E’ bene che il Consiglio ribadisca chiaramente che in questo campo per noi non esistono aree grigie”.
Contrari all’approvazione del nuovo regolamento i consiglieri comunali di minoranza, in particolare i consiglieri Imbalzano e Ripepi: ‘E’ troppo ampio, contiene troppi argomenti, si tratta di dinamiche molto delicate, soprattutto su ciò che riguarda i beni confiscati, sui quali si poteva pensare alla composizione di un nucleo di valutazione con il coinvolgimento di magistrati ed amministratori giudiziari’