Difendiamo il diritto alla salute” era l’unico punto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale aperto dedicato al tema della Sanità. Ma a palazzo San Giorgio, maggioranza e opposizione continuano a dialogare da distanza siderale, senza trovare la necessaria serenità per una mozione o un ordine del giorno condiviso, tanto che a conclusione di più di sei ore di dibattito dall’aula si esce con un documento che impegna il sindaco Falcomatà ad attivarsi per far fronte alle emergenze del territorio, ma solo a nome della maggioranza, perché le opposizioni decidono di abbandonare l’aula proprio sul finire della seduta tanto che il primo cittadino parlerà di un Consiglio dai due volti.

«È stata una discussione ampia, qualificata e partecipata, - ha detto il sindaco Falcomatà nel suo intervento che ha chiuso i lavori -, ed è sicuramente un segnale positivo, l'esercizio della democrazia è a prescindere un fatto costruttivo, non è mai un'occasione persa. Mi sarei aspettato forse un dibattito più ambizioso, di maggiore qualità istituzionale, ma è stato un consiglio a due fasi, con una prima parte viziata forse da un eccessivo timore reverenziale ed una seconda che per una parte del consiglio è stata dominata da un atteggiamento difensivo, dettato dalla voglia di proteggere la propria parte politica. Su questi temi non dovrebbero esserci divisioni, si dovrebbe andare oltre gli steccati politici».

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L'intervento del sindaco Falcomatà nel consiglio comunale aperto

Falcomatà ha sottolineato come da parte della maggioranza non ci sia stato un atteggiamento partigiano, «non si è voluto esclusivamente puntare il dito contro qualcuno», ma si è lavorato con il piglio di voler risolvere i problemi. E la lista delle doglianze di Falcomatà e di gran parte dei sindaci è lunga: «Penso al tema degli ospedali, in particolare nei centri più periferici, al tema della sanità territoriale, al rischio chiusura dei poliambulatori, alla situazione del poliambulatorio di Pellaro per fare un esempio, al tema delle strutture psichiatriche, alle ambulanze che mancano e che spesso sono senza medici, alle guardie mediche che vorrebbero dimezzare sui Comuni dell'area metropolitana. Penso infine a come rendere più attrattivo il nostro territorio dal punto di vista professionale per i medici, in un momento storico in cui l'autonomia differenziata mette in discussione i diritti di base dei cittadini. Esistono regioni in Italia che stanziano fior di milioni di euro per rendere più attrattiva la partecipazione ai concorsi sanitari»

Consiglio comunale aperto a Reggio Calabria sul tema della sanità tra paventati tagli alle guardie mediche e possibili chiusure di ambulatori sul territorio. Al grido di allarme del sindaco Falcomatà si contrappone una opposizione che definisce la seduta strumentale e da campagna elettorale, mentre la direttrice dell’Asp Di Furia snocciola i numeri del suo operato

Di Furia: «Tutti si sono approfittati dell’Azienda»

Ha accettato il confronto a viso aperto anche il direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia, al centro di vibranti polemiche nelle ultime settimane, con il Pd che chiede insistentemente a Occhiuto di rimuoverla. Di Furia ha quindi parlato prima della parte amministrativa ricordando di aver già approvato tutti e due i bilanci (2022 e 2023) e che si è riusciti a portare l’azienda a pagare i fornitori prima dei canonici sessanta giorni il che significa diminuire interessi e sprechi. «Si è parlato prima di sciacallaggio. Sì, gli sciacalli ci sono stati nel corso di questi anni, perché tutti si sono approfittati di questa azienda e ci vuole coraggio a firmare atti, ma lo faccio grazie a una squadra di cui mi fido».

Quindi, ha poi spiegato Di Furia si è lavorato per ricostituire il personale: «Noi la chiamiamo normalizzazione però è una cosa importante, stiamo lavorando in questo settore e alcune cose le abbiamo già portate a casa. Abbiamo fatto un grande lavoro nel reclutamento di personale dipendente e per il reclutamento degli specialisti (da 176 a 245)» ha detto facendo l’elenco dei concorsi banditi in questi anni. «Il mio compito è quello di incrementare la sanità non già ridurla, quindi io non ho impegni di razionalizzazione della spesa, anzi devo spendere, anche quelli che erano fermi nei cassetti, quindi questo problema non c’è in questo momento, poi arriverà e ci dovremmo confrontare». Poi Di Furia ricorda anche che si è passati «da 191 medici di continuità assistenziale a 186, con 195 sono quelli che ci aiutano». In tema di Pnrr, il direttore generale ha dichiarato che di tutte le Case di comunità si ha già il progetto esecutivo, in fase di valutazione, con un importo di 32 milioni e rotti.

L’opposizione: «Un Consiglio farsa»

Alla fine quello che politicamente rimane è la distanza tra centrosinistra e centrodestra, coinvolti in un eterno scontro dal sapore sempre più elettorale. Federico Milia, capogruppo di FI, ha parlato di «consiglio comunale strumentale» denunciando che «si fa campagna elettorale facendo credere ai cittadini che chiuderanno le strutture sanitarie, quando non è così».

Dello stesso tenore anche il commento di Massimo Ripepi, Consigliere d’opposizione, nonché Segretario regionale di Alternativa Popolare: «Sebbene il sindaco abbia voluto organizzare un'assemblea del Partito Democratico all’interno di questo Consiglio Comunale aperto, alla presenza di amici e associazioni di parte (dimenticando il valore di imparzialità e rappresentatività che questo luogo dovrebbe incarnare), non sono mancati i plausi all’operato della Dott.ssa Di Furia, da parte addirittura di uomini pluridecorati della sinistra: un sintomo chiaro che i fatti tangibili e le opere concrete surclassano anche il colore politico. Insomma, oggi per Falcomatà, non dev’essere stata una bellissima giornata».