Non solo governo, nel mirino dei sindaci della rete Recovery Sud, ma anche l’Anci e le Regioni, il ministro Brunetta e i parlamentari del Sud che hanno votato il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nella due giorni di Borgia, infatti, oltre alla stesura del Libro Bianco da mandare all’esecutivo, e alla firma di un protocollo d’intesa con cui i primi cittadini chiedono il varo di un grande parco extraregionale, tante bordate contro interlocutori istituzionali considerati freddi oppure in opposizione.

«Avevamo chiesto al ministro Brunetta l’assunzione di almeno 5 mila tecnici progettisti – ha spiegato il sindaco di Castelbuono, Mario Cicero – ma lui ne ha potuti garantire poco meno di 3 mila: così c’è il serio rischio che non ci mettano nelle condizioni di pianificare, vista l’endemica debolezza dei Comuni del Sud». Anche il sindaco di Rende, Marcello Manna, nutre dei forti dubbi sulla capacità pianificatoria che anche le Regioni devono dimostrare. «Non abbiamo visto le schede progettuali trasmesse dalla nostra Regione – ha commentato il sindaco – l’augurio è che ci dicano presto quanti e quali siano le opere immediatamente cantierabili». Tra gli interventi più applauditi quelli dei senatori Saverio De Bonis e Ernesto Magorno, che hanno portato la loro testimonianza di parlamentari del Sud – del gruppo Misto e di Italia Viva – impegnati a votare contro il Piano. «Auspico che la rete dei sindaci – ha detto Magorno – possa trasformarsi in una associazione vera e propria».

Proprio il tema dei rapporti di forza è stato al centro delle critiche rivolte all’Anci, accusata di essere tiepida sul fronte delle critiche al Recovery italiano, e il sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci, approfittando del concomitante viaggio a Reggio Calabria, per altri motivi, del presidente nazionale – il sindaco di Bari, Antonio Decaro – ha annunciato di avergli chiesto un incontro per smussare le frizioni.