«Chi lavora a progetti alternativi al Pd attraversi il Rubicone e tolga il disturbo.  L’esternazione mediatica  del senatore Ernesto Magorno ha avuto il merito di mettere i piedi nel piatto e di porre con franchezza ed in modo diretto una questione cruciale per il futuro politico del Partito Democratico in Calabria». È il commento di Carmine Quercia, esponente Pd che aggiunge: «Non c’è dubbio che un partito vivo e moderno ha il dovere di rispettare il pluralismo interno e di considerare le diverse opinioni come punti di forza per la costruzione di un progetto unitario. C’è comunque da osservare che un partito ha pure l’obbligo di rispettare le regole e di evitare di mandare alle ortiche l’immagine del Partito. C’è insomma un limite invalicabile costituito dalla necessità di intrecciare in modo virtuoso pluralismo e regole di convivenza interna».

A giudizio di Quercia: «Sino a quando il dibattito rimane dentro i binari della correttezza, tanto di cappello a chi esprime liberamente la propria opinione. Il pericolo insito nella presa di posizione pubblica di Magorno è costituito dal fatto che chi lavora a coalizioni alternative a quelle che deciderà il Pd, di fatto si colloca fuori dal partito.  Mi permetto pertanto di ricordare a Magorno che è opportuno che faccia le battaglie nel partito, così come ci ha inviato a fare negli anni in cui ha svolto il segretario regionale».

Per l’esponente Pd: «Quello che è gravissimo ed inaccettabile è che Magorno abbia espressamente dichiarato che ove il partito dovesse decidere un percorso diverso da quello auspicato da lui non avrebbe esitazione a compiere altre scelte.  In questi casi - conclude - la correttezza vuole che chi è interessato a costruire solo progetti alternativi al Pd attraversi il Rubicone e tolga il disturbo».

 

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