Referendum e ballottaggio per eleggere il sindaco a Catanzaro. Ecco i due temi affrontati nella penultima puntata della stagione di Pubblica Piazza, il talk de LaC condotto da Pasquale Motta in onda stasera a partire dalle 21.30 sul canale 11 del digitale terrestre. Sul primo argomento tanti i contributi, in studio e nei collegamenti da remoto come in particolare quelli con il segretario del Pd Calabria, Nicola Irto, e l'avvocato Pasquale Simari.

Spunto di riflessione offerto in trasmissione? Una domanda cruciale: ha ancora senso l'istituto referendario così com'è stato concepito dai "padri costituenti", circa tre quarti di secolo fa? Irto ritiene di no, pur aggiungendo che «una materia centrale e delicata quale la Giustizia va comunque organicamente affrontata in Parlamento. 

In questa legislatura o nella prossima, cambia poco. Basta che si intervenga fisiologicamente il prima possibile, perché la politica e i partiti devono riappropiarsi del ruolo di guida del Paese». Assai meno tenero, invece, con i punti di riferimento evocati da Irto e con lo stesso Pd, Simari.

Che a molti soggetti politici fa le… pulci, stigmatizzandone i cambi di posizione e le «giravolte» dovute alle convenienze del momento. Il giovane segretario Dem, tuttavia, non gradisce la "sottolineatura" e lo dà a vedere, perché secondo lui tutti cercano di scaricare sul suo partito in primis, e sulla politica in generale poi, la responsabilità di quanto accada o - di contro - non succeda in Italia, sorvolando sulle responsabilità proprie e di quelle realtà importanti in grado di incidere come ad esempio determinati ordini professionali e così via. Passaggio pure sulle Amministrative del capoluogo con Irto che parla di «vergogna del centrodestra catanzarese per quanto non fatto. Stato emotivo evidente, che li ha spinti a nascondersi. A non presentarsi con nomi e simboli di partito. L'emblema di chi sa di aver fallito, insomma». 

Chiuso, però, il capitolo referendum con Irto e Simari, a discutere del secondo turno per il vertice di Palazzo De Nobili i due neoeletti consiglieri comunali Daniela Palaia (della coalizione di Nicola Fiorita) e Gianni Parisi (dello schieramento di Valerio Donato) oltreché al sostenitore dell'ormai ex papabile primo cittadino Antonello Talerico che almeno per ora tifa apertamente per Fiorita.

Pezzo forte della discussione, come ovvio, la cosiddetta anatra zoppa ovvero la maggioranza dei seggi già conquistata da Donato in virtù del superamento di quasi 4 punti percentuali del 50% più uno dei voti validamente espressi da parte delle liste che lo hanno sostenuto in campagna elettorale. Uno scenario che porterebbe l'eventuale vincitore Fiorita su una strada tutta in salita, ossia a confrontarsi con un'assise in larga parte contraria.

Sul punto Palaia, però, non si scompone e afferma che è pronta a scommettere sul dialogo e sul senso di responsabilità di chi è stato eletto comunque per fare il bene della città. Parisi, tuttavia, dal canto suo ostenta sicurezza e parla di un fronte fioritiano che getta discredito su consiglieri dopo averli cercati e blanditi, esibendo un folto elenco di nominativi tentando inutilmente di farli passare con lui.