Urne aperte per tutto il giorno a Catanzaro per l'elezione del nuovo presidente della Provincia. Al l voto gli amministratori degli 80 comuni compresi nell'ente territoriale. Si vota dalle 7 alle 23. In tutto, gli aventi diritto al voto sono 931, tra consiglieri e sindaci, il cui peso elettorale è stabilito sulla base della consistenza demografica degli enti. In questo “politicamente strano” 2022, in cui in cima ai Tre Colli si è battuto ogni record in fatto di elezioni ravvicinate. Addirittura tre (quattro con il ballottaggio per Palazzo De Nobili del 26 giugno scorso) in soli cento giorni circa. Certo, per l’ente intermedio si tratta di cosiddette elezioni di secondo livello in cui a votare saranno non già i “semplici” cittadini bensì i sindaci e i consiglieri in carica degli 80 Comuni della provincia. Meccanismo, dunque, nettamente diverso rispetto a tutte le altre consultazioni. Ma non mancano i motivi di interesse sul piano squisitamente politico. Anzi. Sarà di scena il derby, diciamo così in termini calcistici, fra il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita (in corsa per il centrosinistra) e il suo omologo di Soveria Simeri Amedeo Mormile (invece in lizza per la coalizione opposta, naturalmente).

Un confronto diretto su cui gravano però due grosse incognite, con ogni probabilità decisive e dalle potenziali conseguenze nient’affatto marginali. Soprattutto per il centrosinistra. Ma, procedendo con ordine, va premesso che il gruppo pro Fiorita dovrà, o potrà, regolare una volta per tutte il rapporto con il Pd territoriale. Che finora lo ha sostenuto a spada tratta, anche dandone chiara evidenza con prese di posizione ufficiali di supporto inequivocabile, pur storcendo segretamente la bocca sul comportamento dello stesso capo dell’Amministrazione catanzarese. Il quale, forse facendosi forza del pallottoliere, che assegna ai Dem appena due voti, sebbene importanti, in capo ad altrettanti membri dell’assise di Palazzo De Nobili, non ha mostrato di avere un rapporto privilegiato con il Pd. Tutt’altro, invece. Considerato come, malgrado al netto delle abilità diplomatiche e della riconosciuta dote di confrontarsi con chiunque (anche esponente del centrodestra radicale) stabilendo un proficuo contatto, a Fiorita si rimproveri la relazione per nulla particolareggiata con il Pd. Partito per merito di cui, di fatto, nell’anno in corso è stato candidato a cariche di primissimo piano in ambito locale con oltretutto alle spalle un fronte largo e strutturato. Peccato, però, che alcuni, si ribadisce in modo non manifesto, gli addebitino pure, da lunedì, di non essersi speso come ci si sarebbe attesi in favore della vicesindaco del capoluogo Giusi Iemma. Il riferimento è all’ex aspirante deputata Dem nel Collegio 3 nella recente campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento.  

Una brutta gatta da pelare, di conseguenza, per il primo cittadino di Catanzaro. Il quale deve disinnescare una bomba, che come premesso qualcuno avrebbe in animo di innescare) per non rischiare di morire in maniera anche clamorosa (elettoralmente parlando, s’intende!) di… fuoco amico. Quanto finora riferito, tuttavia, non srotola di certo il tappeto rosso sotto i piedi del competitor Mormile. Che, dal canto suo, di dubbi ne ha almeno uno. E pure dirimente. Nel senso di dover capire se il gruppo compatto che si è palesato alla tornata di domenica, con una forte coesione e unità d’intenti fra Fratelli d’Italia e i rappresentanti delle altre forze della coalizione, per “sponsorizzare” la parlamentare uscente Wanda Ferro impegnata nella riconferma resterà tale. Perché, se così dovesse essere, avrà concrete chance, almeno di giocarsela… punto a punto. Ma in caso contrario per lui sarà “game over”, ancor prima di passare dal via.