Il tam tam su whatsapp e tramite sms è arrivato al limite dello stalking. I maggiorenti del Pd calabrese sono scatenati e usano tutti i mezzi consentiti per portare ai seggi delle primarie di domenica il maggior numero di elettori possibili. Uno dei primi obiettivi da raggiungere, infatti, è quello di avere un discreto flusso alle urne per evitare che la consultazione si trasformi ancora di più in una conta interna per addetti ai lavori. E se a livello nazionale l’obiettivo della direzione di superare il milione di partecipanti, in Calabria la bussola è costituita dai 70mila elettori che tributarono a Matteo Renzi una larga vittoria al congresso del 2017.

 

Una grande affluenza, dicono gli esperti, dovrebbe poi essere un aiuto per Nicola Zingaretti che spera di chiudere la partita domani sfondando il 50% dei consensi, in modo da risultare eletto senza dover ricorrere al voto in assemblea. Se nessuno dei candidati in campo dovesse superare la soglia del 50%, infatti, saranno i delegati in Assemblea a scegliere il futuro segretario. I renziani, consapevoli di essere in ampio svantaggio, sperano proprio questo: di poter diventare determinanti se Zingaretti non dovesse cogliere il 50%. Anzi c’è anche chi ipotizza che Maurizio Martina e Roberto Giachetti possano unire i proprio consensi in Assemblea e tirare il più mancino dei tiri al governatore del Lazio.

 

La Calabria partecipa alla corsa in una situazione davvero singolare. Il partito è commissariato e retto dal renziano Stefano Graziano. La corrente dell’ex premier con Ernesto Magorno, Nicola Irto e Antonio Viscomi a guidare le operazioni è schierata compatta con Martina, anche se nel corso del tempo ha perso tantissimi pezzi. Marginale il sostegno a Giachetti che forse ha a Reggio la sua roccaforte grazie al lavoro svolto dal consigliere metropolitano Antonino Castorina. Tutto, dunque, lascia presagire un largo successo di Nicola Zingaretti che addirittura gode del sostegno di due liste diverse. La prima “Piazza Grande”, quella ufficiale per così dire, è sostenuta dal governatore Mario Oliverio e dai suoi, a partire da Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio e Sebi Romeo. La seconda, satellite, “Calabria con Zingaretti”, è stata fortemente voluta dall’ex parlamentare vibonese Bruno Censore e dal consigliere regionale Carlo Guccione. Praticamente questa seconda lista, anche per i nomi dei candidati, può considerarsi a tutti gli effetti come quella legata all’opposizione della gestione di Mario Oliverio e dell’attuale maggioranza che guida la Regione.

 

E la vera sfida calabrese, dunque, più che tra i candidati alla segreteria nazionale sembra accendersi proprio nel derby della sinistra del partito. Guccione e Censore puntano a rosicchiare quanto più consenso possibile alla lista “Piazza Grande” per ostacolare i progetti di Oliverio a partire dalla ricandidatura alle prossime regionali. Con una grande affermazione di “Calabria con Zingaretti” si potrebbe mettere in minoranza l’area del governatore, specialmente se le liste di Martina dovessero ricevere un discreto consenso. Viceversa Oliverio spera in una maggioranza bulgare per diventare ufficialmente l’alfiere di Zingaretti in Calabria e sperare che sia lui stesso, una volta venuto meno l’obbligo di dimora, a indicarlo come candidato governatore alle prossime regionali. Il passaggio alle urne di domenica in Calabria, dunque, si conferma come crocevia nevralgico per il governatore che si gioca una enorme fetta del suo futuro politico.

Riccardo Tripepi

 

LEGGI ANCHE: Primarie del Pd e nuovi equilibri in seno al partito

Primarie Pd, la deputata Ascani a Reggio: «Porte chiuse a scissionisti e 5s»

Primarie Pd, spunta la lista Zingaretti anti Oliverio: “impedisce il rinnovamento”

Pd Calabria, il commissario detta le priorità: prima le primarie, c’è tempo per le regionali

Regionali Pd, Guccione: «Il Presidente si sceglie con le primarie e io concorrerò»