È paradossale quanto sta avvenendo in Calabria dopo l’arresto del presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini che si è dimesso anticipando il provvedimento di sospensione già approntato dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.

Invece di affrontare in maniera diretta una questione morale che continua a rimanere irrisolta ed espone i palazzi del governo ad ogni tipo di infiltrazione da parte della criminalità, il dibattito politico è subito finito in caciara. Tra i principali artefici della deriva il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra che dall’alto del suo ruolo ha ben pensato di tirare in ballo Jole Santelli e la sua malattia e la responsabilità dei calabresi che votano bene soltanto quando votano per lui. Una posizione incomprensibile che ha finito con l’isolarlo all’interno dei Cinque Stelle e che gli è costata la partecipazione a Titolo Quinto evidentemente in questo caso obbediente agli ordini del governo.

 

Anche il sindaco di Catanzaro ci ha messo del suo. Sergio Abramo, dimenticando i trascorsi politici fianco a fianco con Tallini, ne ha preso le distanze criticando i suoi comportamenti. Abbastanza perché anche la figlia dell’ormai ex presidente del Consiglio chiedesse conto a quello che riteneva un amico di famiglia invitandolo a specificare a quali comportamenti si stesse riferendo.

E, così, mentre gli uffici di palazzo Campanella non sanno che pesci prendere per l’inedita situazione venutasi a creare con la Regione che si trova senza governatore e senza presidente del Consiglio, il dibattito politico vira verso una incomprensibile polemica personale dal sapore elettorale. Invece di andare ad analizzare perché in meno di un anno di legislatura siano finiti agli arresti bene due componenti della maggioranza. Prima di Tallini toccò a Domenico Creazzo di Fdi. I cittadini calabresi, che nella maggior parte dei casi non vanno a votare per disgusto come dovrebbe ricordare Morra, vogliono capire quali siano i criteri di formazione delle liste e a quali logiche rispondano le candidature. Di polemiche da quattro soldi in un periodo così difficile davvero se ne farebbe volentieri a meno.