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La scelta del nuovo presidente del Consiglio, dopo le dimissioni di Scalzo per lo scandalo Rimborsopoli, provoca nuove fratture nella maggioranza guidata da Oliverio. In corsa, secondo gli ultimi rumors, i reggini Domenico Battaglia e Nicola Irto e il catanzarese Arturo Bova (renziani del Pd), ma le altre forze politiche non sono d'accordo, e reclamano spazio. Come dichiara in una nota la consigliera crotonese Flora Sculco.
«Dinanzi a cento e forse mille e più questioni urgenti e drammatiche da affrontare, non possiamo consentirci di andare avanti con fibrillazioni interne ad un solo partito che ritardano ogni soluzione e minano il funzionamento della Regione. Il presidente Oliverio, che è il principale riferimento istituzionale, può e deve proseguire nell'azione di governo alla luce del programma illustrato e deve farlo con la maggioranza e con tutti i suoi alleati, unendo gli sforzi dell'Esecutivo e dell'Assemblea e parlando chiaro e tondo alla Calabria ed al Paese. Oppure, può andare avanti lasciando che sia Roma a condizionare scelte ed organigrammi, riducendo così il Consiglio regionale in un luogo in cui si ratificano decisioni assunte altrove»
«I ritardi provocati dalle contrapposizioni interne al Pd calabrese – aggiunge Sculco – appannano l'azione del presidente della Regione, mettono a rischio il buon andamento della X Legislatura ed il quadro politico indicato col voto popolare del 23 novembre. Se anche per la rielezione del presidente del Consiglio, prevalesse l'autoreferenzialità di un solo partito, non si rispetterebbe il diritto dei soggetti politici che hanno contribuito alla vittoria del 23 novembre, a svolgere la loro parte per concretizzare il progetto di rinnovamento. Sarebbe un modo di procedere che ci vedrebbe nettamente contrari, il 28 luglio, a qualsivoglia indicazione calata dall'alto, da altri e dall'esterno».
«Ciò per cui "Calabria in Rete" e la sottoscritta si sono impegnati – prosegue la consigliera regionale – è una politica che, a partire dai territori, rivendicasse, sulla base di una credibilità progettuale incentrata non sull'egemonia di pochi, ma sulla partecipazione di tanti, una funzione di guida e di ascolto delle esigenze per ridare speranza alla Calabria. C'è da affermare un'identità precisa della nostra terra, che nel Paese stenta ad essere percepita nella sua reale dimensione di area ricca di giacimenti naturalistici e culturali fin qui inespressi, ed una leadership regionale in grado di recuperare, sui tavoli romani ed europei, autorevolezza e fiducia. Le sfide che abbiamo di fronte sono numerose, ma – conclude – se vogliamo fronteggiarle, dobbiamo procedere con spirito di condivisione, lealtà politica ed attraverso una discussione plurale e democratica tra le forze politiche di maggioranza. Altre strade non ce ne sono!».