«Il Ponte è uno specchietto per le allodole a tutte le comunità del Sud Italia quasi a volerle compensare, dal punto di vista di Matteo Salvini e della Lega, del grande scippo che verrà realizzato dall'Autonomia differenziata, dove avremo le Regioni del Nord che correranno ancora di più e le Regioni del Sud che invece continueranno a stentare». A dirlo il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, intervenendo in videocollegamento all'iniziativa del Movimento sul tema "Oltre il ponte" organizzato a Villa San Giovanni dal coordinamento regionale calabrese dei 5 Stelle. All’evento hanno aderito Anna Laura Orrico, Federico Cafiero De Raho, Antonio Iaria, l'ex parlamentare Giuseppe Fabio Auddino, i tecnici  Domenico Gattuso e Marco Martens e la sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti.

I costi

«Il ponte - ha aggiunto - è una infrastruttura che avrà un grandissimo impatto nella prospettiva di programmazione che è stata presentata, dal punto di vista economico, finanziario e sotto tutti i punti di vista. Stiamo parlando di 11,6 miliardi spalmabili dal 2024 al 2032. Parliamo della riattivazione di una struttura che era già stata costituita nel 1981, un vero e proprio carrozzone. Poi, in qualche modo, era stata disattivata e ora riattivata, addirittura approvando un aumento di capitale di 370 milioni a carico del ministero dell'Economia e di Rfi. Mentre noi, in Parlamento imploriamo nuove risorse per le imprese, le famiglie, per aiutare il ceto medio impoverito e le fasce più deboli della popolazione, e siamo in questi giorni alle prese con una manovra economica che non dà nessun segnale in questa direzione, ma anzi dà il segnale di nuove tasse a carico dei cittadini, appare strano che si riescano a trovare 370 milioni per continuare ad alimentare le attività della società Stretto di Messina SpA guidata da Pietro Ciucci. Al di là del fatto che si vanno a drenare finanziamenti destinati altrove, il tema è più complessivo».

«Ne faccio veramente - ha detto Conte - una questione di indirizzo politico. Prevedere un finanziamento di 3,6 miliardi che nasce insufficiente per il completamento di tutte le opere annesse e connesse. Veramente pensiamo di poter concentrare ed ipotecare tutte le scelte a cui sarà chiamato il ministero delle Infrastrutture, anche nel dopo Salvini? È possibile ipotecare il futuro e concentrare tutte le risorse in un'unica infrastruttura? È chiaro che si interviene in un Paese che ha bisogno di mantenere le proprie infrastrutture e crearne delle nuove». 

Il progetto

Il pentastellato ha poi aggiunto: «È pensabile che con le prospettive economiche dell'Italia, nel prossimo anno, con il Pil che sarà sotto l'1% che si possa concepire di costruire questo sforzo per un'unica infrastruttura?».

«Si parte - ha aggiunto - da un progetto congegnato 12 anni fa. Nel frattempo lo stato di avanzamento delle tecnologie si è evoluto. Il rischio è che questo progetto sia già in partenza obsoleto. Non voglio rubare il mestiere agli esperti ma ci troviamo di fronte a delle serie criticità e perplessità che ci fanno dubitare che sia questa la strada da seguire». «Il ministro Salvini - ha detto Conte - ci ripete ogni giorno che questo è il ponte più approfondito, più studiato, più indagato del mondo. Ma lui stesso nel 2016 sosteneva che il progetto del ponte non sta in piedi. Oggi dubitiamo tutti sul fatto che abbia improvvisamente cambiato idea. Sia Salvini che Giorgetti promettono investimenti privati. Come, quando, con quali investimenti privati e con quali modalità, non lo spiegano. Oggi non c'è nulla di certo. L'unica certezza è che tutte le risorse pubbliche del futuro saranno concentrate in quest'unica struttura».