Dentro la Notizia torna a occuparsi del Ponte sullo Stretto di Messina, questa volta con un focus sugli aspetti positivi dell’opera. Dopo aver dato spazio nelle scorse settimane alle voci contrarie, la puntata ha ospitato l’amministratore delegato di Stretto di Messina S.p.A., Pietro Ciucci, in collegamento con il vicedirettore de ilReggino.it Elisa Barresi, dagli studi di Reggio Calabria.

La trasmissione, condotta da Francesca Lagoteta, si è aperta sottolineando come il 2025 sia ormai considerato l’anno di avvio dei cantieri. Il dibattito rimane acceso, tra chi crede nella strategicità dell’opera e chi teme le sue criticità. Ma per l’amministratore delegato Ciucci, il cronoprogramma esiste ed è ben chiaro.

«Il 2025 sarà l’anno in cui il Ponte partirà con i primi cantieri – ha detto -. Manca solo l’approvazione del Cipe, che ci aspettiamo entro la fine di febbraio. Sarà il punto di avvio, perché approva il progetto definitivo aggiornato, il piano finanziario e certifica che tutte le risorse finanziarie necessarie per realizzare l’opera sono già stanziate».

Sul tema della cantierizzazione, l’amministratore delegato ha spiegato che l’avvio dei lavori non sarà immediatamente visibile nella sua fase principale, difatti «Un’opera così complessa non parte con i bulldozer che scavano le fondamenta delle torri, ma con la cantierizzazione, le ricerche belliche, le verifiche sul territorio e le prime attività preliminari».

Un progetto aggiornato, non vetusto

Uno degli argomenti più discussi riguarda l’attualità del progetto. In molti sostengono che il piano esecutivo del Ponte sia datato e quindi inadeguato alle esigenze odierne. Critiche che Ciucci respinge con decisione al mittente. «Si dice spesso che il progetto sia fermo al 2011, ma non è così. Nel 2012/2013 – dichiara – furono fatte integrazioni importanti, finché il governo Monti decise di fermare l’opera. Da un anno e mezzo, con la ripresa del lavoro, abbiamo aggiornato il progetto con materiali più performanti, nuove tecnologie e soluzioni per migliorare l’impatto ambientale».

Ambiente, misure compensative e rischio sismico

Il dibattito ambientale è tra i punti più caldi della discussione. Ciucci ha spiegato come la Valutazione di Impatto Ambientale e la Valutazione di Incidenza Ambientale siano state ampiamente considerate nel progetto.

«Operiamo su 15 aree protette: per 12 di esse, l’impatto è mitigabile o poco significativo; su tre aree, invece, l’incidenza è negativa e non mitigabile. Questo è quanto emerge dal provvedimento del Mase di novembre».

Ha poi precisato che il progetto ha già previsto azioni concrete per affrontare questa criticità. «Sapevamo che avremmo dovuto presentare un piano dettagliato di misure compensative. Lo abbiamo fatto il 23 dicembre e il Mase lo ha pubblicato all’inizio di gennaio. Ora la Commissione Europea si esprimerà sulla sua adeguatezza».

Un altro punto di grande discussione è il rischio sismico dell’area. Alcuni esperti hanno sollevato dubbi sulla sicurezza del Ponte, citando la presenza della faglia di Cannitello. Ma per Pietro Ciucci si tratterebbe solo di «Fake news. Il Ponte è progettato per resistere a eventi sismici estremi e la torre non è costruita su una faglia attiva e capace. È un dato di fatto che ripetiamo da tempo, ma che qualcuno continua a ignorare».

Infiltrazioni mafiose e protocolli di legalità

Infine, il tema della criminalità organizzata e delle possibili infiltrazioni negli appalti è stato affrontato senza giri di parole. Ciucci ha citato il Procuratore Musolino, che ha ribadito come non si possa restare immobili per paura della ‘ndrangheta.

«Dire che siccome esiste la criminalità allora non si devono costruire grandi opere non è un ragionamento accettabile. I rischi ci sono, ma sappiamo come gestirli: utilizziamo protocolli di legalità rigorosi e un sistema di tracciamento finanziario che monitora ogni singolo pagamento, dal concessionario fino all’ultimo fornitore».

Secondo Ciucci, il Ponte stesso potrebbe rappresentare un argine contro le infiltrazioni mafiose: «Aprire nuove opportunità di sviluppo e lavoro – dice - significa creare un’alternativa ai circuiti mafiosi. Il Ponte sarà un'opera di legalità, oltre che di sviluppo economico».

Il Ponte è pronto a partire

La puntata si è chiusa con una conferma netta da parte di Ciucci sulla fattibilità del progetto e sull’imminente apertura dei cantieri: «Siamo ai blocchi di partenza. Il Ponte non è solo un’infrastruttura, ma un’opportunità per tutto il territorio. Darà nuove possibilità economiche, migliorerà la mobilità e sarà uno strumento contro le infiltrazioni mafiose».

Per Pietro Ciucci, quindi, non ci sono dubbi, e lo afferma senza mezzi termini: «Il 2025 sarà l’anno in cui si parte».