Il ministro per il Sud spiega che la costruzione dell'infrastruttura non è stata inserita nel Pnrr perché impossibile da completare entro il 2026, ma può essere finanziata anche con fondi nazionali
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Mara Carfagna propone un «patto politico» per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. L'infrastruttura, afferma la ministra per il Sud il giorno dopo il sì della Commissione di esperti nominata dall'ex ministro dei Trasporti Paola de Micheli, «si può fare anche con fondi nazionali, con soldi nostri, con finanziamenti italiani. C’è vita oltre il Pnrr».
Secondo Carfagna il ponte è un'opera strategica, per questo si deve portare avanti il progetto. «Sono convinta - ha detto - che bisogna andare anche oltre, che bisogna promuovere una sorta di “patto politico” largo, trasversale, su questo progetto, che consenta non solo di iniziarlo ma anche di non abbandonarlo finchè non sarà completato, inaugurato e consegnato ai cittadini meridionali».
La necessità di un accordo politico forte è legata al rischio che «magari il ponte venga programmato da un governo e venga affossato dal governo successivo, come è già accaduto in passato del resto, e questo non possiamo permettercelo». Dunque «serve un patto politico che regga non solo in questa legislatura ma anche nella prossima e magari anche per la successiva, per consentire a quest’opera di essere avviata e completata».
Il ministro ha poi confermato che il documento di fattibilità elaborato dalla Commissione di valutazione sui progetti sarà consegnato alle Camere e sarà dibattuto nelle prossime settimane. «Il governo non ha pregiudizi su quest’opera - ha sottolineato – che non è stata inserita nel Pnrr per il semplice fatto che non è possibile realizzarla e completarla entro il 2026, quindi nel giro di cinque anni».