FOTOGALLERY | Durante l'ultimo appello al voto, in vista delle votazioni, l'avvocato non risparmia Draghi: «Il Governo dei migliori ci ha detto che dovevamo scegliere o pace o condizionatori. La pace è scomparsa dai radar e i condizionatori li abbiamo spenti»
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L’attesa ricorda quella delle conferenze stampa dei periodi bui del lockdown: Giuseppe Conte si fa aspettare tanto dal popolo dei Cinque Stelle, circa 3 mila persone accorse in Piazza Santissimi Apostoli a Roma per chiudere la campagna elettorale. Il suo intervento inizia solo alle 21 e prosegue tra l’entusiasmo del suo popolo.
Sembrerebbe abbiano molto da festeggiare i pentastellati, considerato il recupero che si dice abbiano realizzato sugli avversari gli ultimi giorni, soprattutto nelle regioni del Sud, nonostante il loro leader ci tenga a ribadire che non si tratta di un partito di una sola parte del Paese. Adesso la parola passa alle urne, ma prima di chiudersi nel silenzio elettorale è tempo per l’avvocato del popolo e i suoi fedelissimi tra vecchia e nuova guardia di prendersi l’abbraccio della folla.
La piazza si riempie solo poco prima della 18, orario previsto per la manifestazione, ma non perché i simpatizzanti e attivisti siano in ritardo: tre camion dell’organizzazione hanno occupato lo spazio centrale fino a poco prima di iniziare e solo all’ultimo ai manifestanti è stato concesso di raggiungere il sotto palco. Giovani, anziani, famiglie tante donne da nord a sud del Paese: tutti si sentono “dalla parte giusta” come recita lo slogan elettorale e si affidano a Conte e i suoi per un cambio di marcia. C’è chi ha sempre votato per il Movimento da Beppe Grillo in poi, qualcuno invece ha cambiato idea strada facendo sperando in una svolta per il Paese. Alcuni simpatizzanti ricordano l’impegno e la serietà del presidente del Consiglio che ha guidato l’Italia in piena pandemia, altri gli attribuiscono già un ruolo di oppositore dei poteri forti e corrotti. Tutti sono d’accordo su un aspetto: il reddito di cittadinanza è la soluzione necessaria per aiutare le persone in difficoltà del Paese.
Alle 19 si accendono le luce dei riflettori sul palco: si inizia a ritmo di danza e si prosegue con i giovani del Movimento che portano l’attenzione sui temi centrali del programma: lotta alla precarietà, salario minimo, transizione ecologica, ma anche guerra alle mafie con l’ex Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede tra i più acclamati.
L’avvocato che ha abbandonato la pochette per un look più casual infiamma la folla e entra subito a gamba tesa su temi più caldi: «Siamo chiamati a decidere se alzare gli stipendi di chi prende 3-4 euro l’ora lordi oppure, come hanno già fatto, aumentare i compensi di chi prende 10 mila euro al mese. Dobbiamo scegliere se abbassare le tasse di chi ha una pensione di di mille euro al mese o fare come chi ha votato la Legge Fornero. Vogliamo contratti di 1 giorno, contratti a tempo determinato che durano 30 giorni, il job act oppure il tempo indeterminato?».
Non manca una frecciatina a Mario Draghi: «Il Governo dei migliori ci ha detto che dovevamo scegliere o pace o condizionatori. La pace è scomparsa dai radar e i condizionatori li abbiamo spenti e non sappiamo se potremo accendere i riscaldamenti il prossimo inverno».
Infine saluta i suoi pensando a domenica: «Dobbiamo rivolgerci agli indifferenti, a coloro che non credono più nella buona politica. Dobbiamo convincerli a decidere insieme il futuro di questo Paese».