La vicensindaca al nostro network spiega perché abbia accettato di guidare un comune nel mirino della commissione d’accesso antimafia. Tra le priorità il tanto contestato Psc e le critiche del M5s: «Delusa da Anna Laura Orrico»
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La nuova vicesindaca di Rende Marta Petrusewicz ha spiegato in una lunga intervista rilasciata al nostro network il motivo per cui ha accettato di raccogliere l’eredita di Marcello Manna. Sospeso il sindaco a margine della condanna a due anni e otto mesi arrivata da Salerno, è toccato a lei raccogliere le redini dell’amministrazione.
Come anticipato venerdì scorso, si è trattato di un vero colpo di scena, considerato che fino a qualche ora prima sarebbe dovuto toccare ad Annamaria Artese. La segretaria cittadina del Pd, invece, aveva rassegnato le dimissioni dalla seconda carica della giunta, pur rimanendo nella squadra di governo.
«Serviva qualcuno che si assumesse la responsabilità, che fosse avvezza ai programmi e alle visioni di questo Comune e che mettesse d’accordo tutti - ha spiegato Petrusewicz -. Io sono fuori dai cosiddetti giochi politici, sebbene impegnata da sempre. Il mio mestiere, inoltre, è di docente e di storica, pertanto uso comprensione e non vado allo scontro. Ancora devo metabolizzare la nomina, ma ho recepito la richiesta fattami dal sindaco, dalla giunta e dai consiglieri».
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Ma nella nostra intervista la vicesindaca tocchi tanti punti, compreso il tanto contestato Psc che la giunta vorrebbe portare al più presto in consiglio. Petrusewicz, inoltre, non si tira indietro neppure dinanzi alle domande sulla commissione d’accesso antimafia, sulle invettive del M5S («Sono delusa da Annalaura Orrico») e sulla città unica («Impossibile bypassare i consigli comunali»).
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