I fatti dei giorni scorsi nella città bruzia al centro della puntata della trasmissione condotta da Antonella Grippo. Raso elenca tra gli errori della Lega «quello di non aver avuto assessori forti quando era al 12%»
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L’ingresso di Antonella Grippo, nell'ultima puntata di Perfidia, è sulle note inconfondibili di Ennio Morricone. Quel fischio inconfondibile che sa di duello all’ultimo sangue. Un po' come appare l’attuale situazione del Partito democratico di Cosenza che alla vigilia dello scorso week end ha dato sfoggio del clima teso che si respira in vista dell’annunciato congresso regionale. “Per un pugno di tessere” è l’eloquente titolo che la giornalista di Sapri ha inteso dare alla puntata che ha annoverato tra gli ospiti in studio Italo Reale, protagonista suo malgrado dei fatti di Cosenza. Reale ha una lunga militanza alle spalle nell’arcipelago della sinistra, ed oggi è responsabile del tesseramento incaricato dal commissario regionale Stefano Graziano. Contro di lui si sono scagliati Nicola Adamo e Sergio Covello, ma in studio a tenere alta la bandiera degli assaltatori alla diligenza c’è Sergio De Simone, che appunto è uno dei contestatori di Reale.
La lotta tribale del Pd
La Grippo divide le responsabilità, sottolineando la frase pronunciata da Reale che ha parlato di un partito trasformatosi negli anni in un Comitato elettorale tirando fuori il capitolo spinoso delle inchieste giudiziarie ponendosi come immacolato rispetto ai suoi contestatori.
«Sono rimasto piuttosto sorpreso da questo evento – ha detto Reale -. Credo di essere abbastanza noto nell’area della sinistra e sono tra i soci fondatori del Pd e se qualcuno mi dice “ma chi sei” credo abbia difficoltà di memoria. Se poi a questo si aggiunge che mi hanno detto come ti permetti a venire a parlare qui a Cosenza, torna a Sambiase. C’è stata una reazione di nervi ad un fatto che può essere definito coi numeri. Il Pd nel 2018 aveva 40mila tessere ad oggi ha 6800 tessere. Che il Pd in questo momento sia in una situazione di estrema difficoltà lo possono confermare tutti».
Nella sala degli specchi della Provincia di Cosenza, ad un certo punto si è levata una voce che invocava la “politica”. Era quella di De Simone: «Vorrei essere ironico, ma la situazione della regione e della sinistra è diventata ormai barzelletta. Il tesseramento in Calabria è fatto dai capibastone, ma ad Avellino dove in una sera si sono fatte 8mila tessere nuove per cui si sono spesi 220mila euro, invece sono questioni di scontri. Sulla questione dei capibastone mi sembra ingiusta. Ho posto la questione a Graziano, e non capisco perché Italo abbia dovuto rispondere alla questione che ho posto io».
De Simone si chiede insomma se solo in Calabria si verifica questa dialettica accesa… come dire che è stato fatto tanto rumore per nulla.
Per Reale il punto è che le ultime due elezioni il Pd le ha perse abbastanza nettamente e male, e la colpa evidentemente è la «povertà di un dibattito vero interno e dal fatto che alcune posizioni si sono consolidate con le tessere e dal fatto che non siamo stati capaci di farci capire dalla gente. Allora questo Congresso vuole aprire una strada diversa e per essere così il tesseramento deve essere individuale e corretto. Il tesseramento on line non risolve il problema».
De Simone però non ci sta e rilancia il tema politico: «Non sopporto la lezione di questi che vengono da Roma… è possibile che in Calabria ci facciamo trattare in questo modo? In una riunione a Lamezia il Commissario ha detto capibastone rivolgendosi penso a Oliverio e ai calabresi».
Raso: «Spirlì era una bandiera. Io avrò un ruolo nelle Commissioni»
Non è entrato in giunta Pietro Raso, secondo cui la diatriba nazionale che vedrebbe contrapposti il leader Matteo Salvini e il Ministro Giancarlo Giorgetti, in Calabria non è proprio arrivata. Anzi, qui, per lui, ciò che conta è il partito. Un partito che ha perso tanti voti nel giro di un paio d’anni e con la guida della Regione tra le mani: «Spirlì era una bandiera, non dettava la linea perché la macchina era quella organizzata dalla Santelli. L’errore della Lega è stato quello di non aver avuto assessori forti quando era al 12%».
Oggi però Raso non si dice deluso dal non aver ricevuto, almeno per ora, incarichi:
«Sapevo e non aspiravo a fare l’assessore. E anche sul capogruppo abbiamo pensato a sistemare le province. Su Reggio abbiamo l’assessore, per il collegio centrale abbiamo il Presidente del Consiglio e a Cosenza ci è toccato il capogruppo. Sicuramente avrò un ruolo nelle Commissioni».
Folgieri: «Si discute di tessere quando si perdono le elezioni»
Chiamato ad esprimersi sulla situazione che, in via generale, stanno attraversando i partiti nazionali e quindi locali, l’opinionista Vincenzo Folgieri definito dalla grippo uomo di destra in cerca di casa, accoglie di buon grado chi invece lo definisce un “idealista senza casa”.
«Notavo che quelle discussioni avvenivano perché ci si divideva sulle idee e sui programmi, anche all’interno degli stessi partiti, adesso invece si discute di tessere quando si perdono le elezioni, e la cosa è più preoccupante dal punto di vista della istituzione dei partiti. Di tessere si è sempre parlato in tutti i partiti, soprattutto tenendo presente una unione di ex democristiani ed ex comunisti, ma forse prima ci si divideva su ideali e concetti, e vale per tutti, oggi le divisioni sono più a fini interni che a fini di prospettiva politica».