Fratelli d'Italia non vuole sostenere la candidatura a sindaco del docente per la sua estrazione di sinistra, ma quasi tutti i candidati vicini al consigliere regionale di Fdi Antonio Montuoro dovrebbero sostenerlo
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Situazione in fermento nello scacchiere politico catanzarese, soprattutto dopo l’indiscrezione per come si era detto a più riprese della corsa solitaria di Fratelli d’Italia che sembrerebbe prendere corpo ogni giorno di più. E del resto di giorni al fatidico appuntamento della presentazione delle liste, fissato ben prima di metà maggio, non è che ne manchino poi molti. Anzi, semmai il contrario.
Il 12 è cerchiato in rosso su tutti i calendari di quanti, in particolare, hanno la responsabilità di coordinare le non semplicissime operazioni tecniche. Soprattutto per quanto attiene alla selezione dei candidati da proporre agli elettori. L’argomento liste è infatti, banalmente, determinante per chiunque nutra ambizioni di vittoria. Personale e di coalizione. Magari, in particolare relativamente allo schieramento, già al primo turno. Successo inseguito e sognato dall’aspirante sindaco Valerio Donato e dai suoi aficionados. Che però sembrano temere l’abbondanza, considerato come lo scenario delle 12 liste (numero ricorrente in queste Amministrative del capoluogo 2022) prefigurato da LaC con tanto di mezze ammissioni e conferme ufficiose non piaccia affatto a molti.
E il motivo è presto spiegato: pure in caso di affermazione già il 12 di giugno, quando si voterà, lo spazio in certe compagini per chiunque non goda di una messe di preferenze sarebbe ridottissimo, se non inesistente. Meglio quindi, per evitare pericolosi “mal di pancia” interni, che si vada ai nastri di partenza con meno. Ipotesi a cui gli alleati e lo staff del prof stanno lavorando, puntando alla composizione di 9 liste ma alla fine forse attestandosi sulle 10. A riguardo resta da sciogliere il nodo Antonio Montuoro. Si tratta del giovane consigliere regionale di Fdi che con la proposta Donato pare avere un feeling speciale.
Il guaio, per lui come ovvio, è tuttavia nel niet della leader Giorgia Meloni rispetto all’apparentamento di membri del suo partito con un candidato a sindaco che non fa mistero della “vocazione comunista” malgrado l’abiura nei confronti del Pd di cui era un tesserato fino a una manciata di settimane fa. Montuoro, comunque sia, è residente nel comune di Marcellinara (come pare abbia anche messo in risalto a chi di dovere) e dunque il nocciolo della questione è: cosa faranno i consiglieri comunali in carica della città dei Tre Colli a lui vicini? In merito pare che la maggior parte scenderà in campo con la casacca donatiana. Una scelta che complicherebbe ancora di più i piani ai dirigenti locali di Fdi (la parlamentare Wanda Ferro in primis), i quali non potranno più contare, a patto lo abbiano mai voluto fare, pure sulla candidatura a sindaco dell’attuale assessore regionale esterno Filippo Pietropaolo.
A cui il governatore Roberto Occhiuto ha detto chiaramente di avere intenzione di procedere al ritiro le deleghe nel caso in cui tale idea prendesse forma. Un aut aut sinonimo di due aspetti importanti: il certo dietrofront di Pietropoalo (a patto gli sia mai balenata l’idea di mettersi in gioco) e soprattutto l’investimento fatto anche dal presidente della Regione sul fronte allargato capitanato dal prof (con dentro pure Forza Italia, di cui lo stesso Occhiuto è esponente di spicco). Donato, però, non potrà di sicuro contare sull’Unione di Centro alla luce delle dichiarazioni al curaro pronunciate a mezzo stampa dal delegato nazionale e cittadino dello Scudocrociato Vincenzo Speziali rispetto alla linea fin qui seguita dal commissario provinciale Giovanni Merante. Che ha puntato, anch’egli verrebbe da esclamare, sul prof. Opzione non contemplata da Speziali, il quale al contrario sta insieme a quanto resta del centrodestra catanzarese dalla parte di Antonello Talerico. E che ha per così dire diffidato Merante da utilizzare simboli, e persino moduli, dell’Udc.