Confermata per oggi pomeriggio alle 15, al cinema San Nicola, la riunione dei massimi vertici del Pd cosentino, alla presenza del segretario regionale Magorno e di quello provinciale Guglielmelli, per fare il punto della situazione in vista delle prossime elezioni amministrative.
Il partito arriva all’appuntamento in uno stato di grande agitazione. Non è più scontato che l’incontro serva soltanto a stabilire le modalità operative delle elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco. Dato che sembrava acquisito dopo il gran rifiuto di Guccione e Paolini ad ogni tentativo di mediazione che potesse portare ad una candidatura unitaria. Tanto che Lugi Guglielmelli aveva proceduto a diramare una nota stampa ufficiale della federazione cosentina con la quale si ufficializzavano le primarie per il giorno 7 marzo, data stabilita per una sorta di election day nazionale in tutte le città italiane interessate dalla prossima consultazione amministrativa.
Lo scenario è radicalmente cambiato dopo l’esplodere del caso Cosenza. La fine anticipata della sindacatura di Mario Occhiuto non è stata soltanto un evento politico traumatico, ma una circostanza che ha aperto scenari assai gravi per la città di Cosenza. Le interrogazioni parlamentari su quanto avvenuto al Comune, le denunce incrociate di mala gestio della res publica e i riferimenti a presunte indagini della Procura, hanno creato uno scenario impensabile appena qualche settimana fa. E che sta suggerendo prudenza all’interno del Pd.
Da Roma, subito dopo l’esplodere della situazione al Comune, è partito il via ad una nuova missione diplomatica per tentare di serrare i ranghi e trovare una candidatura unitaria per creare la coalizione più ampia possibile. A questo punto perdere con Occhiuto sarebbe uno smacco insopportabile per il centrosinistra che con sdegno ha staccato la spina alla sua amministrazione, con il sostegno fondamentale della componente legata a Luca Morrone, pronta a saltare dall’altro lato della barricata. Un timore diventato via via sempre più forte e che è diventato vera e propria paura dopo la manifestazione popolare a sostegno di Occhiuto. La sensazione che la pancia di Cosenza possa essere con il primo cittadino uscente sta turbando le notti di Magorno, Oliverio e company.
Non potendosi inventare molto, il candidato unitario non potrebbe non rispondere che al nome di Lucio Presta. Il manager che da tempo ha annunciato il suo impegno per Cosenza e che è ben visto sia da Renzi, che da Lotti. Il suo nome, seppure potrebbe creare qualche problema con le frange di sinistra, aprirebbe un’autostrada per intercettare i consensi del Nuovo Centrodestra dei Gentile, di Ala di Mancini e del gruppo che si riconosce in Luca Morrone. Presta, inoltre, ha sempre ribadito di non volersi misurare alle primarie.
Per arrivare all’obiettivo, però, rimane sempre il muro Guccione da superare. L’ex assessore al Personale è stato nuovamente a Roma per una serie di incontri, ma ancora il riserbo è totale sul loro esito. Anche stamattina si continuerà nella trattativa sperando che il tempo basti. Altrimenti non è detto che Magorno, esperto assoluto in materia, possa inventarsi un nuovo stratagemma per guadagnare ancora qualche giorno.
Senza convincere Guccione e Paolini, però, le primarie saranno inevitabili. Con conseguenze ancora del tutto imprevedibili rispetto a possibili lacerazioni interne e alleanze future. I nomi dei possibili candidati sono sempre gli stessi (Paolini, Ambrogio, Rende e magari Mancini), salvo colpi di scena clamorosi che potrebbero far schierare ai blocchi di partenza Nicola Adamo, tornato ormai a fare politica a tempo pieno in città. In ogni caso la sensazione è che le primarie possano trasformarsi in boomerang per il Pd e l’intera coalizione.

 

Riccardo Tripepi