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Alla fine si farà la riunione di oggi a Lamezia. Nonostante, fino all’ultimo, in tanti dentro il Pd avevano temuto una sconvocazione dell’ultima ora, l’appuntamento è stato confermato. Il segretario regionale Ernesto Magorno, dunque, sarà chiamato a fare sintesi tra le opposte visioni che saranno in campo durante una riunione che vedrà la partecipazione dei consiglieri regionali, della giunta e della deputazione democrat.
Il tema “politici contro tecnici” è già in agenda da diverso tempo. Lo hanno posto con forza i consiglieri regionali più critici (Scalzo, Ciconte, Guccione, Battaglia su tutti) durante l’ultima e turbolenta riunione del gruppo di palazzo Campanella che ha messo non poco in difficoltà il capogruppo Sebi Romeo. I consiglieri hanno puntato il dito contro le modalità con le quali si è arrivati alla composizione della giunta e qualcuno ha chiesto che l’esperienza dei tecnici venga considerata come una fase di transizione necessariamente a termine. E’ chiaro che le ferite aperte da “Rimborsopoli” sono ancora tutte aperte. Gente come Carlo Guccione (recordman di preferenze con 13 mila consensi raccolti alle ultime elezioni) ha vissuto come un’ingiustizia la defenestrazione dall’esecutivo, nonostante la sua posizione nell’inchiesta fosse apparsa come marginale fin dal primo istante. Con lui anche Scalzo e tutti i consiglieri delusi che aspiravano ad entrare nell’esecutivo al momento del suo completamento e che, invece, hanno dovuto rinunciare all’idea. Complessivamente non è piaciuta la gestione di Oliverio, ma neanche quella di Magorno al quale si chiede di completare al più presto la segreteria regionale e di aprirsi maggiormente al confronto. In ogni caso si vuole capire in che modo si potrà provare a risanare la dicotomia che si è creata tra Consiglio e giunta che ormai sembrano viaggiare su rette parallele.
A questo tema, già di per sé assai scivoloso, se ne aggiunge un altro che ha dato parecchio da pensare a Magorno. Nei giorni che hanno preceduto l’appuntamento odierno di Lamezia si sono succeduti gli appelli all’allargamento della riunione anche alle altre forze che compongono la maggioranza di centrosinistra alla guida della Regione. In particolare è stato il gruppo della “Oliverio presidente” per tramite del consigliere Pasqua a insistere per l’allargamento del vertice. Appelli che sono caduto nel vuoto, o meglio hanno ricevuto una risposta negativa da parte di Mimmo Bevacqua che ha invitato gli esponenti della lista a iscriversi al Pd, ma non un cenno dal segretario Magorno. E poiché pare assai difficile che la “Oliverio presidente” si muova senza il consenso di Mario il governatore che le ha dato il nome, si può intuire che neanche i rapporti tra il presidente della giunta e il segretario regionale del Pd siano ottimali. Troppe le tensioni registrate nelle ultime settimane, a partire dall’ultima visita calabrese di Luca Lotti. Durante quella giornata Oliverio non avrebbe gradito molte delle esternazioni di Magorno in tema di sanità. Altro nodo gordiano della vita interna al Pd. Lo scontro tra il commissario Scura e il presidente della Regione ha raggiunto il suo apice nelle ultime settimane e non sembra avere via d’uscita.
E’ chiaro, dunque, che il partito calabrese dovrà darsi una scrollata e provare a ritrovare una compattezza reale e non soltanto di facciata, anche a costo di cambiare qualcosa ai vertici se necessario. In questo senso si aspetta, more solito, il prezioso lavoro di mediazione di Marco Minniti che da qualche tempo gioca il ruolo di commissario non ufficiale del partito per provare ad evitare il peggio.