Le lacerazioni interne al Pd sono molto più profonde di quello che l’ultima assemblea regionale abbia fatto trasparire. A due giorni dalla fissazione della data per il congresso per il prossimo 23 giugno, le divisioni sono più forti di prima e rischiano di far perdere altri pezzi al Pd in Consiglio regionale. Nell’occhio del ciclone è finito Giuseppe Giudiceandrea che non è stato presente all’Assemblea in polemica con la gestione del partito, ma si è fatto vedere invece alla trasmissione di Giletti per attaccare ad alzo zero sugli sprechi della Cittadella.

 

Troppo per i big del Pd che tramite Luigi Guglielmelli, durante la riunione del circolo cosentino, hanno notificato una sorta di avviso di sfratto al consigliere, invitato a dare il buon esempio sulla gestione dei fondi pubblici e a chiudere quindi il gruppo dei Democratici e Progressisti di palazzo Campanella.

 

Un gruppo, costola del Pd, che ha già perso Arturo Bova passato a Leu e che adesso è composto da soli due membri Giuseppe Neri e lo stesso Giudiceandrea. E che, adesso, non avrebbe più senso, considerato che il numero minimo di componenti per costituirsi in gruppo consiliare è di tre elementi.

 

Le nuove tensioni non facilitano né il percorso verso il congresso, né le operazioni di rimpasto di Mario Oliverio che continuano a slittare. Senza una soluzione unitaria, legata ancora al nome di Demetrio Battaglia, le primarie potrebbero trasformarsi in una conta interna che un partito stremato potrebbe non essere in grado di sostenere. Si aspettano, dunque, le evoluzioni delle prossime settimane e le decisioni romane che il prossimo 21 aprile, in occasione dell’Assemblea nazionale, dovrebbero divenire esplicite.

 

Il governatore, nel frattempo, dovrebbe procedere al tagliando della giunta dei tecnici. E se è vero che Oliverio ha abituato a tempi lumaca nella gestione dell’amministrazione regionale, stavolta sta esagerando: le dimissioni dell’assessore Carmen Barbalace risalgono all’estate scorsa e, a quasi un anno di distanza, nessuna decisione è stata ancora presa sull’esecutivo. Con l’aggravante che, nel corso dei mesi, la giunta ha perso altri due pezzi: la “dimissionata” Federica Roccisano e l’eletto in Parlamento Antonio Viscomi. In buona sostanza, il presidente di rinvio in rinvio, il presidente della giunta si troverà a doverlo operare nella fase più difficile del Pd e della stessa legislatura regionale. E con numerose difficoltà aggiuntive, compresa quella legata alla circostanza che non c’è una vera e propria fila davanti alla porta di Oliverio per entrare in un esecutivo che lavorerà in condizioni davvero complicate.


Riccardo Tripepi