Continuano a darsele di santa ragione il sindaco Falcomatà e l’ex assessore ai Lavori Pubblici Angela Marcianò in una disputa che ha sempre di meno legami con l’amministrazione della città di Reggio, e sempre di più con le carriere politiche personali. Sempre a distanza, su facebook o su alcune testate specifiche e non su altre, ma senza affrontare alcun tipo di contraddittorio.

 

Accuse reciproche tra sindaco e l'ex assessore

In un escalation di accuse reciproche che fa davvero pensare più all’incipit della loro avventura amministrativa che alla sua conclusione. Inevitabile, a quanto pare, e forse avvenuta troppo tardi. Stando al quadro fornito dagli attori il sindaco avrebbe dovuto agire prima, senza aspettare la nomina della Marcianò nella segreteria che fa apparire la defenestrazione come una ripicca, ma la seconda se davvero aveva maturato l’idea di coabitare a palazzo San Giorgio con un gruppo di “mariuoli”, avrebbe dovuto dimettersi e denunciare prima e non dopo il ritiro delle deleghe.

 

Le dichiarazioni del ministro Orlando e la vicinanza di Guerini

Hanno fatto pensare, in tal senso, le dichiarazioni del ministro della Giustizia Orlando che, in occasione della sua ultima visita in Calabria, ha posto molti dubbi sulla mancata adesione al Pd di Angela Marcianò, pur diventata componente della segreteria nazionale e sulle ragioni per le quali è entrata a far parte della giunta Falcomatà più che sulle modalità con le quali è uscita. In buona sostanza Orlando ha chiesto: chi ha deciso il suo inserimento in giunta? E chi l’ha voluta nella segreteria pur essendo priva di tessera?

 

Una presa di posizione alla quale ha fatto seguito quella di Lorenzo Guerini che, invece, ha ribadito la vicinanza del partito all’assessore. Il che vuol dire che esiste una presa di distanze da Falcomatà? Questo non è chiaro perché i dirigenti del Pd sono così a tutti i livelli: massimi esperti della comunicazione in politichese. La Marcianò, poi, per dimostrare ancora i suoi buoni uffici romani ha fatto sapere di avere incontrato anche il ministro Delrio, con un report puntuale dei suoi spostamenti che la dice lunga sui suoi reali obiettivi finali.

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Sabato dovrebbe esserci anche una manifestazione a piazza Italia a sostegno dell’assessore per dimostrare il suo gradimento tra i reggini, specialmente quelli di destra. “Solidarietà” alla donna messa fuori dall’esecutivo, mentre era in dolce attesa. Solidarietà all’assessore che ha difeso gli appalti pubblici dagli attacchi delle cosche e che è stata lodata anche dal procuratore De Raho. E poco importa se poi tutte le questioni sollevate dalla Marcianò nella sua lunga arringa su facebook erano già all’attenzione della Procura della Repubblica o che l’amministrazione Falcomatà, si tende a dimenticarlo, arriva dopo lo scioglimento del Comune e l’operato dei commissari che per 18 mesi hanno gestito palazzo San Giorgio. E che lei fin dal primo momento è stata l’assessore ai Lavori Pubblici.

 

L'appuntamento a Diamante

Si dovrebbe pretendere chiarezza, ma la richiesta è un mero esercizio di stile perché chiarezza non può esserci davanti a due visioni così distanti e diametralmente opposte, così come sono quella del sindaco e della sua maggioranza da un lato e quella dell’assessore ai Lavori Pubblici dall’altro. Così diverse che pare impossibile siano figlie della stessa parte politica e della stessa amministrazione. Un corto circuito così grave da dover chiamare in causa i vertici del partito in Calabria che, invece, continuano a tenere salda la testa sotto la sabbia, così come avviene davanti ad ogni questione spinosa.

 

Non rimane, dunque, che aspettare l’appuntamento di Diamante dove la Marcianò sarà al fianco di Renzi alla presentazione del libro “Avanti”. Anche in questo caso la notizia dell’invito all’ex assessore è stata veicolata alla stampa come se le fosse stato usato un particolare riguardo, mentre il medesimo invito è stato recapitato a tutti gli amministratori ai dirigenti. La vera notizia è che, seppure invitato, Falcomatà non sarà presente alla serata per pregressi impegni di natura familiare.

 

Da monitorare le intenzioni di Renzi che sta cercando, con tutta evidenza e in maniera non perfettamente comprensibile, di mettersi contro le uniche amministrazioni rimaste al centrosinistra in Calabria e cioè la Regione di Oliverio e il Comune di Reggio. Degno coronamento di una strategia politica che ha fatto perdere al Pd tutte le elezioni possibili negli ultimi due anni e mezzo. E musica per le orecchie del centrodestra calabrese che ormai si prepara a riconquistare la cittadella e a Reggio torna a sperare suonando la fanfara ad ogni sospiro dell’ex assessore ai Lavori Pubblici.

 

Riccardo Tripepi