Si allarga la frattura nel Pd catanzarese, con buona pace di quell’unità che anche ieri, alla manifestazione nazionale contro il governo, è stata invocata a gran voce.
A puntare il dito contro il segretario provinciale Gianluca Cuda è ancora una volta Alessia Bausone, attivista per i diritti civili e avanguardia di un dissenso carsico che si palesa soprattutto in occasione di appuntamenti politici di una certa rilevanza. Anche in questa occasione a finire all’indice è la presunta incapacità del segretario, eletto nel novembre scorso con la quasi totalità dei consensi, di mobilitare militanti e simpatizzanti per sollecitare la partecipazione dei democart catanzaresi agli eventi che contano.

 

«La totale assenza del partito di Catanzaro alla manifestazione contro il Governo gialloverde di ieri - afferma Bausone - ci pone come federazione in una condizione di isolamento e di ingiusta quarantena rispetto a tutte le altre che con slancio e sincera passione si sono riunite in una Piazza del Popolo gremita delle nostre bandiere e dei nostri colori. Ad onor di verità, nei giorni scorsi è stato fatto un vaglio di possibili adesioni che, nel giro di poche ore, avrebbero ben potuto riempire non più di un’apecar, vista la disattrattività e la disorganizzazione made in Cuda».

 

Per Bausone, dunque, si è ripetuto quanto visto (anzi, quanto non si è visto) in occasione della manifestazione del 2 giugno, festa della Repubblica, quando gli iscritti al Pd si diedero appuntamento nella Capitale nel tentativo di una ripartenza che, in quel caso, non ci fu.
«Anche allora – ricorda – il segretario non riuscì a raggiungere un numero percepibile di partecipanti ma, nonostante avesse addotto non meglio precisati “motivi logistici”, la si era qualificata come gaffe, una delle tante con cui ha deliziato i più (o i meno) con le “sue” note stampa».

 

Questa volta, invece, visto il successo della manifestazione di ieri contro le politiche del governo a guida Lega e Cinquestelle, l’assenza di chi non c’era pesa maggiormente.
«Al segretario Cuda - continua l’esponente della minoranza - manca proprio il “quid” di alfaniana memoria e quel “suo” 96% al congresso provinciale non arriva nemmeno a venti partecipanti necessari per poter partire. Dopo le riunioni di circolo fantasma, le figuracce, gli organismi partitici messi in piedi in maniera raffazzonata, le dimissioni degli amici di Sersale, l’adesione al Campo Nuovo di Faraone durata un quarto di luna, l’imbarazzante gestione delle trattative di coalizione per le elezioni provinciali, il congresso cittadino di Catanzaro dimenticato e quello oscuro di Lamezia accelerato, l’uscita dall’isolamento passa da un'unica soluzione: Cuda si trovi un hobby e anche in fretta. Stia distante da affair partitici, vada in tournee con Fabrizio Moro e ci dispensi dal doverci vergognare della federazione a cui apparteniamo».