L’esponente democrat replica alle dichiarazioni del segretario provinciale di Catanzaro che ha preso spunto dalla visita di Minniti per sollecitare maggiore partecipazione
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Nemmeno il tempo da parte del segretario provinciale del Pd di Catanzaro, Gianluca Cuda, di sollecitare “la libera espressione dell’opinione di tutti”, che a strettissimo giro è arrivata la replica di Alessia Bausone, esponente democrat da sempre molto critica nei confronti del collega di partito.
Bausone, in particolare, invita Cuda a fare sul serio: «Colgo di buon grado l’invito contenuto nel suo intervento a “favorire la libera espressione dell’opinione di tutti” e la necessità di critica, confronto e coinvolgimento e rilancio invitandolo a dibattere con me pubblicamente, con o senza telecamere scelga lui, sul suo operato di questo anno da segretario provinciale, sulle promesse e le aspettative tradite, sulle mancanze e gli errori politici, sulla radicale mancanza di trasparenza nel Partito provinciale, sulle 3440 tessere che lo hanno votato un anno fa, ma che non vedo corrispondere a delle teste, a dei volti, in occasione delle riunioni e dei (pochi) eventi e assemblee che si sono radamente susseguiti».
L’attivista Pd, molto nota soprattutto per le sue battaglie per la parità dei diritti, rimprovera al segretario provinciale del partito di non essere riuscito a giustificare con i fatti il consenso plebiscitario che ne ha determinato a suo tempo l’elezione.
«Va premesso, le catene che limitano l’azione di Gianluca Cuda non sono certo derivanti da una asserita incapacità personale - afferma Bausone -, altrimenti non sarebbe unanimemente considerato un buon amministratore, tra l’altro in via di concludere il secondo e ultimo mandato. Il problema è di quella totale inagibilità politica, che ho più volte rimarcato e denunciato, derivante dal 96% di tessere che lo han portato ad essere segretario di una federazione provinciale con tanto bisogno di rinascere. Amministrare egregiamente il Comune di Pianopoli e il dover fare politica gestendo un Partito su tutta una Provincia che con tutte le sue anime (in pena) ha converso su di lui, ovviamente sono due cose nettamente differenti, nonostante buona parte del primo anno di mandato da segretario lo abbia svolto (con una velata incompatibilità, a mio avviso, con il codice etico nazionale del Partito) anche come responsabile Enti locali della Presidenza della Provincia guidata da Enzo Bruno. Sì, l’oggi ex presidente a cui Cuda aveva delegato, informalmente, di intraprendere le trattative in vista delle elezioni provinciali e che oggi sta girando (e fa bene) i circoli del territorio raccontando la sua conclusa esperienza ai militanti».
All’indice finisce l’assenza del segretario, «che sul territorio si è visto assai poco, riemergendo sulla stampa ora per motivi elettorali nazionali, ora per motivi congressuali di area». «In questa assenza strutturale del partito provinciale da lui individualmente rappresentato - continua -, non avendo mai nominato una segreteria anche organizzativa che lo coadiuvi, nonostante gli annunci, i proclami e gli spot che a più riprese abbiamo tutti letto. Per questo a Cuda dico che, per citare Marco Minniti, recuperare la “frattura sentimentale” con la militanza è un atto propedeutico e presupposto rispetto al recuperare gli elettori».
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