Come ogni congresso Pd che si rispetti allo scadere dei termini per il tesseramento si verifica l’assalto alla diligenza. Un partito che aveva in passato tra i 500mila e il milione di iscritti oggi ne registra appena 70mila. Eppure, appena si accende la lotta per il potere tra le fazioni e le correnti, ecco che, la febbre del tesseramento (attraverso iniziative, spesso, poco ortodosse) si riaccende facendo lievitare gli iscritti rapidamente.

Le anomalie più evidenti pare che si siano manifestate in Campania e Calabria. In alcune province campane gli eccessi maggiori. Qualcuno ha riferito di «tesseramenti che crescono di trecento schede in una notte».

Tocca ad uno dei candidati alla segretaria nazionale, Gianni Cuperlo denunciare tali eccessi. Una denuncia subito rilanciata dal Corriere della sera: «Nelle ultime ore ci sono arrivate notizie di un tesseramento un po’ “dilatato” in Campania, quindi vogliamo vedere con chiarezza se ci sia stata la massima trasparenza, perché questo è un congresso importante, secondo me il più importante della storia del Pd e affinché sia anche utile, oltre che importante, c’è bisogno che le regole siano chiare e rispettate da tutti. Domani chiederemo alla commissione di garanzia».

Le “dilatazioni” di cui parla Cuperlo però sembra che non si siano fermate ad Eboli ma hanno interessato anche la Calabria. A Vibo Valentia e Reggio Calabria sembra che si sia registrato un “sensibile” aumento del tesseramento, e tutto ciò, pare sia avvenuto in violazione del regolamento per il tesseramento. Le norme interne, infatti, stabiliscono che il pagamento delle tessere debba avvenire attraverso Carta di credito e che, comunque, ogni carta di credito non può saldare più di tre nuove tessere. Ogni altra forma di pagamento delle iscrizioni deve essere autorizzata preventivamente dalla commissione di garanzia.

A Reggio Calabria e Vibo Valentia, invece, sembra che il saldo delle nuove tessere stia avvenendo tramite bonifico. Il numero delle nuove tessere effettuato nell’ultima notte utile, tuttavia, in Calabria rimane un mistero.

Qualche giorno fa, sempre  la mozione Cuperlo, aveva denunciato che gli era stato precluso l’accesso all’anagrafe degli iscritti, una denuncia che, ad oggi,  non sembra aver trovato riscontro negli organismi nazionali di garanzia. A Caserta l’ex parlamentare Camilla Sgambato, proprio sui numeri è durissima: «Abbiamo avuto notizia da tutta la Campania, in particolare dalle province di Salerno, Napoli e Caserta, di un tesseramento dopato, in una notte nella provincia di Caserta passiamo da un numero di tesserati di 1500 nel mese scorso a 5-6000».

Francesco Boccia, commissario regionale, prova a tranquillizzare tutti. Attraverso l’Ansa ha fatto sapere di aver chiesto al Pd campano «il massimo rigore nel controllo delle iscrizioni, in particolare quelle online, all’insegna della trasparenza e della legalità». La palla dunque passa al presidente della commissione elettorale che è il magistrato, eurodeputato, Franco Roberti già procuratore nazionale antimafia.

E in Calabria? Tutto tace. Il segretario regionale Nicola Irto non è intervenuto sui rilievi sollevati nei giorni scorsi dal coordinamento della mozione Cuperlo.

Come intenderanno procedere i dem calabresi di fronte a casi accertati di violazione del norme sul reclutamento del tesseramento? I democratici campani della mozione Cuperlo sono determinati: «Chiederemo di bloccare il tesseramento, di non convalidarlo, laddove ci sono casi non chiari. Bisognerà accertare la corrispondenza tra il numero di tessere e i voti del Pd alle politiche e magari anche alle amministrative e bloccare i tesseramenti che non rappresentano la realtà della situazione».

In Calabria si procederà allo stesso modo? Si profila uno scontro che nelle prossime ore, inevitabilmente, sarà destinato ad allargarsi anche alle nostre latitudini.