«A Cosenza, probabilmente, si vive un clima differente, ma il clima del Partito Democratico a livello nazionale è quello inclusivo. Il partito non toglie nessuno, le persone vanno via quando non credono più nei suoi valori, o in un progetto. Io credo che poi le battaglie del partito si facciano all'interno del partito, che i panni sporchi si lavino in casa, anche con dei dibattiti accesi, portando avanti punti di vista differenti ma poi quando si esce occorre farlo con un'unica linea».

Ernesto Alecci, consigliere regionale del Partito democratico – intervenendo a Dopo la notizia, striscia di informazione di LaC Tv affidata a Pasquale Motta - prende le distanze da quanto affermato in una nota stampa a margine della riunione del gruppo di lunedì scorso, e poi confermato dalle dirette parole del capogruppo Mimmo Bevacqua. Lo fa dopo quattro giorni di intensa polemica che, come detto, scaturisce da una frase riportata nella nota stampa e che, nella sua stesura iniziale, testualmente recita: «L’intero gruppo ha evidenziato la necessità di procedere uniti in questa direzione (piena condivisione di spirito e progettualità, ndr), sottolineando anche l’inopportunità di legittimare uomini e percorsi ormai superati e che non trovano più sintonia con i calabresi».

Alecci insomma sconfessa il suo capogruppo che – per dirla con Motta - ha forzato la mano rispetto al dibattito congressuale. Il consigliere regionale afferma che l’argomento Oliverio non era all’ordine del giorno della riunione, ed esalta il Partito Democratico che «in questo momento storico sta allargando il campo e sta cercando di includere pezzi della società civile in maniera importante per essere. come dice il nostro segretario regionale, un partito inclusivo».

Per lui – che insiste su un possibile fraintendimento delle parole di Bevacqua – quella frase avrebbe potuto essere genericamente rivolta a chiunque piccona dall’interno il Partito democratico. Per “fortuna”, però, ci ha pensato lo stesso Bevacqua a precisare che il riferimento era proprio a Mario Oliverio, riapparso sulla scena politica nell’incontro lametino con Gianni Cuperlo.  

«Credo che il Partito Democratico – ha poi detto Alecci - debba fare questo, perché con anime diverse, con punti di vista differenti, che però devono essere messi a fattor comune, questi possono essere sicuramente un valore aggiunto. Sono sicuro che questo congresso se portato avanti in maniera trasparente, leale, soprattutto argomentando e parlando di ciò che interessa alla gente, tornerà al centro del dibattito politico».

Villella: «C’è mediocrità politica e pressapochismo»

«La discussione di questi giorni sembra avere caratteri surreali, perché non ha nulla a che fare con i termini politici di un dibattito congressuale normale, ancor più in una fase come questa dove stiamo facendo un congresso che ha i caratteri rifondativi».

Così, invece, Bruno Villella, storico dirigente del Pd oggi legato alla Mozione Cuperlo, anch’egli ospite della trasmissione di Pasquale Motta. Per lui, che va giù pesante, «c'è un elemento di mediocrità politica, di pressapochismo dal punto di vista anche formale, che però se viene buttato in un contesto nel quale diventano protagonisti il gruppo consiliare regionale alla presenza del segretario regionale del partito, è un elemento che inquina oggettivamente il dibattito congressuale».

Quanto accaduto per Villella diventa una sorta di riflesso condizionato di circostanze politiche che «hanno caratterizzato fasi non da ricercare nei decenni passati, ma da ricercare negli ultimi periodi, dovuti a una lunga gestione commissariale del partito che ha caratterizzato scelte e situazioni politiche sulle quali non abbiamo fin qui come partito sentito la minima necessità di fare un punto di chiarezza politica». Il dirigente dem parla quindi di «ambiguità e ambivalenza», derivante da questa situazione, ma anche della «pochezza di Bevacqua che dovrebbe fare di più il capogruppo e impegnarsi un pochettino di più sulle vicende non semplici della Calabria sulle quali non vedo un dibattito invece adeguato».

Anche sull’ex presidente della Regione Villella è chiaro: «Oliverio è uno che nel più rigoroso e rispettoso silenzio ha vissuto momenti e drammi personali per situazioni che poi hanno avuto il giusto riscontro e riconoscimento, ma non è mai scaduto in forme o in fattori di inquinamento del dibattito politico come in questi giorni. È stato Cuperlo a cercare Oliverio e non Oliverio a vivere nell’ansia di essere parte di questa fase. Cuperlo ha attivato così un circuito che possa dare speranze al partito calabrese, un risveglio, una rinascita, perché francamente se si parte con questo piede è davvero preoccupante».

Villella dopo le parole di Alecci aspetta una «reazione chiara» anche da parte del segretario regionale Nicola Irto per ribadire lo spirito unitario e inclusivo del Congresso che è un congresso costituente.