Il lupo perde il pelo ma non il vizio, verrebbe da dire. Da tempo ormai circola per i corridoi di Palazzo Campanella la pazza idea di tornare all’antico. Che non sempre è il male assoluto. A patto che quel ritorno all’antico non significhi pensare alla spartizione di nuove poltrone, soddisfacendo gli appetiti politici dei partiti. L’idea, o la proposta, che ha occupato i pensieri della maggioranza si fonda sulla presunta necessità di vecchie figure che hanno già abitato il Consiglio regionale.

Sembra d’altra parte che la leghista Simona Loizzo abbia caldeggiato ai colleghi di maggioranza l’idea di prevedere il ritorno della figura del sottosegretario di giunta. Una proposta che proprio ieri, in concomitanza della conferenza dei capigruppo è circolata insistentemente non incontrando per la verità un grosso favore neanche all’interno del Carroccio. Secondo i ben informati sarebbe una manovra per assicurare un ritorno, dalla finestra, a Palazzo di un ex consigliere regionale forzista e dare un incarico ad un vice commissario di partito.

La proposta ha trovato un timido assenso tra gli esponenti di Forza Italia e dell’Udc, proprio perché a beneficiare della proposta Loizzo sarebbero dovuti essere Domenico Giannetta e Flavio Cedolia. Alla cosa si è opposta strenuamente la frangia di Fratelli d’Italia che ha ricordato i precedenti non proprio limpidi all’epoca della presidenza di Giuseppe Scopelliti.

Ora il punto è capire la necessità di una simile proposta – che sembra essere stata già messa in soffitta - e al tempo stesso allontanare i fantasmi di presunti mal pancia interni alla maggioranza che, dicono in molti, starà zitta e buona almeno fino alle politiche del prossimo anno, quando si decideranno i destini di alcuni degli inquilini di Palazzo Campanella. E tuttavia è facile pensare che le resistenze registrate all’interno della maggioranza stessa siano legate ad un presupposto limpido e alla luce del sole, e cioè che essendo diversi i consiglieri “interni” alla maggioranza senza deleghe o incarichi, una manovra simile per far entrare esterni non eletti avrebbe soltanto complicato i rapporti tra le forze politiche.