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Le buone intenzioni annunciate dal Premier Matteo Renzi nella direzione del PD di questa estate nei confronti del Mezzogiorno si scontrano con resistenze evidenti che emergono quando si deve passare alle azioni concrete, segno che nei confronti del Sud permangono atteggiamenti di chiusura quando si tratta di passare alla distribuzione delle risorse anche nello stesso PD.
Come leggere altrimenti il grido di allarme lanciato dal vice capodelegazione del PD al Parlamento europeo Massimo Paolucci che denuncia l’intenzione del Governo di finanziarie gli incentivi per i neoassunti nel Mezzogiorno attraverso i fondi europei 2014-2020 ?
Scrive infatti Paolucci che ”sarebbe una presa in giro, l'ennesimo episodio di politica di coesione all'incontrario a danno dei cittadini meridionali, se, come anticipato oggi dal quotidiano il Mattino, il Piano Sud che il Governo si appresta a varare pensasse di finanziare il bonus per i neoassunti nel Mezzogiorno attraverso i fondi europei 2014-2020 destinati alle Regioni''.
''Saremmo, infatti, - ha proseguito Paolucci - di fronte all'ennesima sostituzione delle risorse nazionali attraverso i fondi europei, di cui il Sud è il principale beneficiario. Una nuova operazione a somma negativa di investimenti per il Mezzogiorno. Dopo il taglio del cofinanziamento nazionale dal 50 al 25% per Campania, Calabria e Sicilia sui Por 2014/2020, avremmo ulteriori tagli di risorse per il Mezzogiorno, mascherati sotto gli accattivanti nomi di piani straordinari''.
''La storia e le esperienze fallimentari di questi anni ci insegnano che senza il Sud l'Italia non torna a crescere a ritmi sostenuti. Per far ripartire il Mezzogiorno abbiamo bisogno di investimenti aggiuntivi. E questi possono arrivare soltanto dalle risorse nazionali'', spiega. ''Depredare i fondi europei delle Regioni, già ridotti all'osso fa pensare che non si voglia, da Roma davvero affrontare di petto finalmente la questione del Sud. Per questo occorre, ora che siamo ancora in tempo, cambiare impostazione e portare nel Mezzogiorno quel piano di investimenti nazionali aggiuntivi di cui c'è bisogno'', conclude Paolucci.
La dura nota di Paolucci è il segnale che la definizione del famoso masterplan per il Mezzogiorno annunciato non sarà un’operazione semplice per il Governo Renzi, in una partita che si gioca molto anche all’interno del PD che oggi conta tra le sue fila tutti i governatori delle regioni meridionali, protagonisti fra l’altro di iniziative assai forti, non ultima quella dell’indizione del referendum contro le trivellazioni. Iniziative non sempre convergenti con Palazzo Chigi.
In questa partita un ruolo assai importante sta giocando anche il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio che rispetto agli impegni assunti dal Governo non vuole concedere sconti trovandosi a fronteggiare nella sua regione le emergenze più profonde ed evidenti e che proprio sull’indizione del referendum ha svolto un ruolo niente affatto secondario.