VIDEO | Botti, frizzi e lazzi nel talk di LaC che fotografa in maniera fedele il clima di spaesamento, incertezza e confusione che si vive attualmente nelle sale dei palazzi che contano. Un paese di “scioperi” e “scioperati” che l'ultima puntata della trasmissione condotta da Antonella Grippo ha ritratto con spietata ironia
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Ennesima serata fra botti, frizzi e lazzi nel talk di LaC che fotografa in maniera fedele il clima di spaesamento, incertezza e confusione che si vive attualmente nelle sale dei palazzi che contano. Una puntata molto agguerrita, di grande confronto politico, forse la più animata della nuova stagione, da rivedere sulla piattaforma LaC Play (CLICCA QUI) per riassaporarne tutti i passaggi, tanto sono apparsi densi e ricchi di spunti.
Mentre il paese reale deve tirare la cinghia... la solfa è sempre la solita: d'altronde già nel 1972 Lucio Battisti cantava che “al 21 del mese i soldi erano già finiti”. “Che anno è, che giorno è”: siamo quasi nel 2025 e il 27 – giorno di paga – non basta a risollevare gli animi disperati dei poveri italiani.
Dove va la classe operaia?
Un paese di “scioperi” e “scioperati” che l'ultima puntata di Perfidia ha ritratto con spietata ironia. La classe operaia - anelante al Paradiso ma che rimane purtroppo nel girone infernale del mondo del lavoro – reclama a gran voce aumento dei salari e delle pensioni, una sanità più equa, migliore istruzione e servizi pubblici che funzionino davvero. Mentre il Paese assume sempre più i toni della commedia degli equivoci, con un Landini che davanti giura e spergiura di non voler entrare in politica e dietro appare sempre più in pole position per una figura di comando della sinistra, facciamo nostro il quesito lanciato da Giorgio Gaber: cos'è la destra / cos'è la sinistra... Per un Giuseppe Conte, finalmente libero dal giogo dell'ex comico (ex?) Giuseppe Grillo, al quale viene affidato il ruolo di un'improbabile Giocasta, scomodando gli amarcord liceali di qualcuno... assistiamo ad una destra confusionaria e in contraddizione al suo interno.
Ospiti variegati, come il gelato al cioccolato: dolce e un po' salato
Come di consueto, il parterre degli ospiti in studio è ricco, eterogeneo e variegato al punto giusto, tanto per non far torto a nessuna fazione: Alfredo Antoniozzi (Fratelli d'Italia), Andrea Crisanti (Partito Democratico), Marco Rizzo (Democrazia Sovrana e Popolare), Annalaura Orrico (Movimento 5 Stelle), Fabrizio Cicchitto (ex senatore), Antonello Talerico (Forza Italia), Luigi Sbarra (Cisl), Andrea Nicastro (Corriere della Sera), Vincenzo Speziali (analista politico) e Luca Arnaù (direttore del sito LaCity Mag).
P-erfetta padrona di casa
Perfetta padrona di casa, Antonella Grippo risulta per l'ennesima volta perfetta nel suo ruolo di “domatrice”, tenendo in pungo con maestria le redini della trasmissione e riuscendo abilmente a condurla – di volta in volta - dove ritiene sia più opportuno andare a parare. La bionda fatale gioca sul doppio registro dell'ironia e del divertimento puro, apparecchiando un'ora e mezza di vero spasso dove tutto è permesso, soprattutto all'insegna di battute taglienti e di burlette impertinenti. Peccato solo che i problemi dibattuti siano reali e drammatici, lasciando un retrogusto amaro alla fine della puntata. Ma, d'altronde, la vera satira non è detto che debba fare del bene ed essere buonista, anzi…
E-tichette D.O.C.
Sempre la Grippo cita una frase di qualche giorno fa ad opera del fine Pierluigi Bersani che dice: “Quando uno non vuole proclamarsi di sinistra si dichiara progressista”. Una battuta che innesca una duro polemicozzo fra il forzista Talerico e la pentastellata Orrico (“figlia delle stelle”, come cita il giornalista e scrittore Luca Arnaù), chiaramente su posizioni irrimediabilmente antitetiche: il vaffaday che rimbalza come l'uccello padulo e, in tutta risposta, la critica al partito aziendalista del cavaliere mascherato: chiacchiere da letto in stile Sandra e Raimondo. Bla, bla, bla... che barba, che noia...
R-izzo, direttamente dal pianeta dei venusiani
Rizzo – che di nome fa Marco - è ideatore, insieme a Francesco Toscano, di Democrazia Sovrana e Popolare. Militante del fu Partito Comunista Italiano, protagonista nel movimento studentesco nella seconda metà degli anni ’70 in una bollente Torino, in studio pare un extraterrestre appena sbarcato sul pianeta Terra mentre con fare salmodico tesse le lodi del rinnovato presidente Trump come “costruttore di pace”. E quando, con tono convinto, proferisce questa surreale affermazione in studio cala un'atmosfera lunare...
F-ratellanza: la strenua fedeltà ad un mito
Fratelli d'Italia è rappresentata in questa puntata da Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo alla Camera dei Deputati, si produce in una esegesi di Berlusconi, visto come rivoluzionario del sistema economico italiano, che ha sfamato anche parecchi personaggi che attualmente si professano ostili a quel sistema.
I-ncomprensibilità
L'utilizzo del gramelot di Prisencolinensinainciusol ad inizio puntata chiarisce subito il tono di quello che poi il pubblico vedrà: una glossolalia che chi ascolta non può conoscere. E infatti ogni ospite pare seguire il flusso dei propri pensieri, badando poco alle idee degli altri, non capendo o facendo finta di non capire.
D-ivertimento garantito
Fa sorridere osservare come dopo decenni di dibattiti, i nostri politicanti non abbiano ancora imparato a rispettare i tempi altrui, sovrapponendo senza riguardo le proprie critiche a quelle del testimone dell'opposta fazione. Creando un fastidioso e sgraziato duetto – a tratti incomprensibile – di parole al vento. Perchè così, alla lunga, appaiono: sono solo parole...
I-ronia
Un garbato Antoniozzi firma la definizione più azzeccata della serata: “Conte è un doroteo pentastellato”. L'esponenente di Fratelli d'Italia conferma il suo stile lucido e riflessivo, spiccando per arguzia. Per gli spettatori più giovani di Perfidia è opportuno rammentare che I dorotei furono una delle correnti politiche più rilevanti della Democrazia Cristiana, caratterizzata per la sua posizione di centro-sinistra all’interno della DC, sostenendo politiche sociali e di riforma.
A-rnaù, da Milano con furore
In collegamento Skype (modalità un tempo ipertecnologica che la pandemia ha trasformato successivamente in consuetudine), il direttore del sagace sito web di attualità e gossip - LaCity Mag - contribuisce a far tornare il dibattito coi piedi per terra, osservando che la gente vera, quella che incontri al mercato al banco della frutta o in coda all'ufficio postale, è in grande sofferenza. Fra tanti voli pindarici verbali, slogan triti e ritriti e canzoni stonate (preghiamo la Orrico di abbandoare ogni velleità canora...), un po' di sano realismo non guasta.
Tutto questo e molto altro nel programma televisivo condotto con grande capacità e visione d'insieme da Antonella Grippo: ogni settimana il teatrino della politica si trasforma in uno show incalzante, dove ogni battuta nasconde un agguato satirico, dove pregi (pochini per la verità) e vizi (in abbondanza...) della classe politica italiana vengono trattati con l'approccio più opportuno: con PERFIDIA... quello che, in fondo in fondo, ci meritiamo.