«Il taglio indiscriminato che il governo Meloni ha effettuato sul numero degli istituti scolastici ha già determinato le prime conseguenze negative in Calabria: incertezza, mancanza di dirigenti in contesti sociali fragili, competizione tra sindaci e Comuni».

Anna Laura Orrico, deputata e coordinatrice del Movimento 5 stelle in Calabria, attacca il Piano di dimensionamento scolastico previsto dall’ultima Legge di bilancio, una serie di tagli e accorpamenti che, secondo i dati della Cgil, farà sparire nei prossimi due anni oltre 700 scuole, soprattutto al Sud, e ridimensionerà il personale, tagliando 1400 dirigenti scolastici.

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«Nella nostra regione - scrive Orrico - solo nel 2024 saranno soppresse 79 autonomie scolastiche, cioè 79 scuole vedranno privarsi di dirigenti scolastici e personale amministrativo, diventando dei gusci vuoti, riempiti ancora per poco dagli studenti e dai docenti che dovranno affrontare un anno scolastico avendo i riferimenti dirigenziali presenti a scuola a giorni alterni».

Le linee guida della Regione

A decidere quali scuole tagliare e accorpare saranno Province e Comuni, secondo le linee guida approvate dalla Giunta regionale. Nelle aree ad alta densità, in particolare nei comuni capoluogo e nei comuni superiori a 15mila abitanti, si mantengono gli istituti scolastici con almeno 1000 alunni, nelle aree scarsamente popolate che vivono in condizioni di particolare isolamento, gli istituti scolastici possono restare autonomi se hanno almeno 600 studenti.

«Una lotta di potere»

«A peggiorare il quadro - continua Anna Laura Orrico - la contesa tra sindaci per evitare l’accorpamento facendo valere il proprio peso politico, perché la Regione Calabria ha preferito delegare alle Province e ai Comuni la scelta di quale scuole tagliare e quale no». La deputata cosentina chiama perciò in causa Giusi Princi, vicepresidente della Regione con la delega all’Istruzione: «Rivolgo un appello alla vice Presidente della Regione Princi affinché sia garantito il diritto allo studio a San Luca come a Decollatura ed in ogni comune delle aree interne e marginali calabresi. Non prevalgano logiche economiche né campanilistiche, a discapito della qualità dell’istruzione».

Il criterio delle linee guida regionali, a cui gli Enti locali si dovranno adeguare, è promuovere gli accorpamenti nei grossi centri, mantenendo invece le autonomie scolastiche nei piccoli comuni, nelle aree interne e nelle aree periferiche che vivono condizioni di particolare disagio.

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Pagano sempre studenti e famiglie

«Nell’area interna del Reventino, per esempio, dove il reddito medio pro capite è di 15mila euro, l’incidenza degli studenti svantaggiati è del 3,4% e le infrastrutture viarie sono carenti come il trasporto pubblico - dice Anna Laura Orrico - l’Istituto comprensivo Costanzo, che ha 400 studenti, molti dei quali pendolari provenienti dai paesi limitrofi, rischia di essere accorpato a scuole più grandi del centro urbano più vicino, con la perdita di tutto il personale amministrativo e le conseguenze che ne deriveranno sulla qualità dell’organizzazione ed efficienza amministrativa e didattica».

«Il dimensionamento ha impedito l’immissione in ruolo di nuovi dirigenti scolastici - conclude la deputata Cinquestelle - per quest’anno, infatti, la scuola di San Luca, piccola comunità nota alle cronache, non potrà avere un proprio dirigente scolastico, ma dovrà accontentarsi di un reggente. Anche in questa circostanza a pagarne le conseguenze saranno gli studenti e le famiglie, il personale scolastico e un'intera comunità che avrebbe bisogno di maggiore attenzione da parte dello Stato».