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La fase due della legislatura è partita ufficialmente ieri dall'Aula del Consiglio regionale. Il governatore Mario Oliverio, nel concludere il dibattito sulla manovra finanziaria per il 2017, è stato un fiume in piena e ha toccato tutti gli argomenti sensibili. Provocato dall'interrogazione parlamentare di Roberto Occhiuto (Fi) è tornato sul commissariamento per arrivare, poi, a quel referendum sul quale fin qui si era tenuto più che abbottonato.
Il filo conduttore del governatore, però, è stata la necessità di aprire una nuova pagina nella storia del regionalismo. Cogliendo la provocazione di Carlo Guccione che aveva inserito nel dibattito la necessità di procedere alla riforma degli enti sub regionali, il presidente della giunta ha ricordato quanto già fatto in questa direzione, ma ha rilanciato.
«Alla luce del risultato del referendum - ha detto Oliverio - è necessario riavviare un dibattito sul regionalismo. Adesso non è più chiaro quando potrà aprirsi una nuova stagione di riforme, compresa quella del titolo V della Costituzione. Ed allora dobbiamo far ripartire il dibattito dal basso con l'avvio di un processo di autoriforma, a partire proprio dall'accelerazione del riordino del sistema satellitare degli enti sub regionali». Ed il governatore ha chiarito come per aprire questa nuova fase sarà necessario ripartire dalla centralità del Consiglio regionale «la sede abilitata a sviluppare questo confronto per poi poter fornire l'adeguato supporto alla giunta. Dobbiamo solo avere la volontà di aprire questa pagina».
Ed un primo sì al nuovo progetto, il Consiglio lo ha già dato subito. Il governatore, infatti, è tornato sulla gestione commissariale della sanità rispondendo sia a Occhiuto, che al ministro Lorenzin. «Il Parlamento ha legiferato, non credo si sia pervenuti a questa scelta solo per il gusto di cambiare una norma». Ha detto Oliverio dopo che il ministro aveva risposto in Parlamento alla precisa domanda di Occhiuto, spiegando che pur avendo eliminato l'incompatibilità tra la carica di commissario alla sanità e di presidente della giunta regionale, non era automatica la nomina di Oliverio.
Il presidente della giunta si è detto convinto, invece, della propria nomina anche perché Scura e Urbani gli sembrano in uscita. «Vedo molta solerzia, mai vista fino a oggi, da parte di commissari in uscita, soprattutto per le assunzioni. Vedo fretta anche per la distribuzione dei budget. E intanto viene sacrificata la struttura Sant'Anna di Catanzaro, che continua a svolgere ruolo di supplenza alle strutture pubbliche. Il consiglio regionale non può stare zitto e inerme rispetto a quest'atteggiamento dei commissari, che sta prendendo vita proprio nella coda del loro mandato».
E il Consiglio ha accettato la sfida sottoscrivendo una mozione che impegna la giunta ad assumere tutte le iniziative necessarie per sospendere l'attività dell'Ufficio del Commissario fino alle decisioni del Consiglio dei ministri.
Ed è chiaro, a questo punto, che il governatore risponderà nei prossimi giorni facendo rientrare la politica in giunta. Lo si è capito sia dal fatto che la mozione è stata illustrata in Aula da Enzo Ciconte, proprio uno degli assessori defenestrati prima dell'insediamento della giunta dei tecnici. E poi i ringraziamenti di Oliverio a Viscomi per l'impegno sul Bilancio hanno avuto il sapore anche di un saluto. In Aula, in una seduta cruciale, erano poi assenti gli assessori in uscita Roccisano e Rossi.
Se ne saprà di più nei prossimi giorni, quando Oliverio presenterà alla stampa il report sull'attività svolta nei due anni di legislatura e confermerà il lancio della fase due che non potrà prescindere dal rientro della politica nel governo della Regione.
Riccardo Tripepi