Tantissime assenze nella maggioranza. Per svolgere la seduta necessario scendere a patti con il centrodestra che garantisce la presenza ma chiede e ottiene il rinvio del Documento di Economia e Finanza 2019-2021 alla seduta del 29 novembre. Passa il bilancio di previsione, ma nessuna traccia della legge sulla doppia preferenza di genere
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Quattro ore di ritardo e almeno due false partenze a causa dell’assenza di corrente elettrica. La seduta di Consiglio regionale si è rivelata assai complicata, così come previsto alla vigilia. Troppo le assenze tra i banchi della maggioranza per poter pensare a un percorso senza ostacoli. Tra richieste di congedo, assenze per malattie e polemiche politiche (mancavano tra gli altri i soliti Guccione, Scalzo e Ciconte), i ranghi del centrosinistra erano troppo ridotti.
Ne era consapevole il governatore Mario Oliverio che, prima dell’inizio dei lavori, ha chiamato a raccolta i suoi e poi cercato il confronto con la minoranza, indispensabile per trovare i numeri necessari a garantire il numero legale. Il centrodestra ha chiesto come condizione indispensabile il rinvio del Defr (Documento di Economia e Finanza della Regione) per gli anni 2019-2021. Atto che non era stato approvato in Commissione “Bilancio” proprio per mancanza del numero legare provocando l’ira del presidente Giuseppe Aieta. Il Defr avrebbe potuto essere approvato in Aula direttamente anche senza il passaggio in Commissione. L’opposizione ha chiesto il rinvio del documento all’organismo per arrivare alla sua approvazione in occasione della prossima seduta di Consiglio regionale che dovrebbe tenersi il 29 novembre.
Si è così deciso, in modo trasversale, di approvare soltanto alcuni dei provvedimenti inseriti all’ordine del giorno: il bilancio consolidato della Regione per il 2017, il bilancio di previsione 2018-2020 e alcune modifiche agli indirizzi regionali per la programmazione e la definizione della rete scolastica e dell’offerta formativa regionale, oltre ai bilanci di alcuni Enti regionali. Approvati anche ulteriori tagli ai costi della politica con una sforbiciata da circa 570mila euro all’anno con la riduzione dei premi incentivanti per le strutture e la rideterminazione dei compensi di alcune figure come il collaboratore esperto e il segretario particolare.
Insomma all’insegna del “volemose bene” il Consiglio regionale ha portato a termine il compitino. Il centrosinistra ha evitato un pericoloso scontro interno e il centrodestra, al solito, ha offerto la propria stampella al governo regionale. Per senso di responsabilità dicono gli esponenti dell’opposizione. Perché non conviene a nessuno farsi del male agli sgoccioli della legislatura si dice nei corridoi.
Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Pedà ha spiegato così la posizione del centrodestra: «Oggi con grande senso di responsabilità abbiamo consentito lo svolgersi dei lavori del consiglio perché rispettosi del mandato popolare e degli elettori che ci hanno delegati a rappresentarli e lavorare in questa aula , con il nostro operato tra le altre cose abbiamo consentito ai bambini di Anoia Careri e Reggio mOdena Ciccarello di poter frequentare la scuola nel comune dove risiedono. È un fatto di giustizia sociale così come ritengo che in ogni porzione di territorio calabrese ci debba essere un punto di primo soccorso»
Nessuna traccia, ovviamente, del testo di legge sulla doppia preferenza di genere che continua a giacere nei polverosi cassetti degli uffici di palazzo Campanella.
Riccardo Tripepi