Il governatore lavora ad una coalizione oltre il centrosinistra e senza simboli di partito che possa frenare l'avanzata delle forze populiste. L'annuncio ufficiale potrebbe arrivare nei prossimi giorni
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Il terremoto politico innescato dalle elezioni politiche dello scorso 4 marzo continua a fare sentire le sue scosse. L’avvio della Terza Repubblica, segnato dal varo del governo giallo-verde di Conte, pare in grado di cancellare la geografia politica per come l’abbiamo conosciuta fin qui. Pd e Forza Italia sono usciti con le ossa rotte dalla prova con le urne e stentano a riprendersi o anche semplicemente ad immaginare un percorso da intraprendere per risalire la china. Le fibrillazioni all’interno dei due partiti su cui fin qui si è retto il bipolarismo sono fortissime. In Italia, come in Calabria.
Il Pd e il centrosinistra ne hanno dato prova all’ultimo Consiglio regionale dove si è sfiorata la rissa mentre si discuteva di migranti e dei fatti di sangue di San Calogero. Per la sesta volta di seguito l’Assemblea ha dovuto sciogliersi per mancanza di numero legale, dimostrando come sia a forte rischio anche il proseguo della legislatura.
A destra non si sta meglio. Forza Italia è andata leggermente meglio alle elezioni, ma è in pieno fermento. La dittatura militare imposta dalla coppia Santelli-Occhiuto ha causato malumori su tutti i territori. Antonio Gentile e Piero Aiello se ne sono fatti portavoce con una lettera inviata al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani per chiedere pronti interventi. Tutti insomma studiano l’orizzonte e provano a capire come poter fare fronte all’avanzata delle forze populiste che si fa sempre più minacciosa anche in vista delle prossime elezioni regionali.
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In questo scenario è maturata la decisione che il governatore Mario Oliverio è pronto ad annunciare e che ha già confidato al suo entourage. “Una svolta civica” l’ha definita il presidente della giunta che ha intenzione di lavorare alla costruzione di una grande coalizione che possa superare i confini del centrosinistra. Pescando anche tra le sacche dei tanti delusi del centrodestra che non hanno gradito l’alleanza con la Lega e che vedono di pessimo occhio l’attuale governo nazionale. E, per quel che riguarda la Calabria, che non si ritrovano più nella gestione del partito. Una coalizione che potrebbe correre, almeno nell’idea embrionale di Oliverio, anche senza simboli di partito. Anche se sul punto la discussione è aperta con tutti i soggetti che si dimostreranno interessati. Il governatore non vuole uscire dal Pd, lo ha spiegato chiaramente, ma vuole intraprendere un percorso nuovo e aperto ai territori. In questo senso si possono segnalare diversi elementi. Qualche giorno fa Oliverio, a Roma, ha incontrato Giuseppe Aieta per ricucire i recenti strappi e avviare un percorso di dialogo anche dentro il Consiglio regionale.
Ma le recenti iniziative come il bando sui borghi o il dialogo avviato con i Comuni per le scuole sicure e la gestione della pubblica amministrazione, sono frutto di una strategia che vuole coinvolgere sempre di più i sindaci. L’idea è quella di mettere insieme una lista di amministratori che possa sostenere la corsa del governatore alla riconquista del governo regionale. Un’impresa che non è riuscita a nessuno in Calabria dove ha imperato la regola dell’alternanza. Il quadro politico fluido e il saltare degli usuali steccati tra gli schieramenti potrebbero, però, regalare una nuova e insperata opportunità ad Oliverio. Il governatore ha deciso di provarci anche perché senza sparigliare le carte questo centrosinistra non andrebbe lontano. Nei prossimi giorni il progetto del governatore potrebbe essere reso pubblico e già impazza il totonomi per capire quali adesioni al progetto potrebbero arrivare dall’altra parte della barricata.
Riccardo Tripepi