Adesso il governatore vuole la sua parte. Ha abbandonato la sinistra del Pd da tempo. Proprio quella legata a D’Alema e Bersani che lo avevano imposto candidato governatore alle regionali del 2014. Al referendum costituzionale dello scorso dicembre si è schierato con il sì e non li ha seguiti al momento della scissione.

 

Anche in vista delle prossime primarie del 30 aprile ha deciso di appoggiare la mozione legata a Matteo Renzi e, come se non bastasse, ha dovuto rinunciare perfino alla creazione di una lista autonoma a sostegno del ministro Martina. Proprio all’ultimo, quando la lista era praticamente composta, da Roma è arrivato il niet categorico: tanto i renziani della prima ora, quanto gli oliveriani convertiti sono stati costretti a confluire in un unico listone, dividendosi i candidati. Oliverio ha dovuto nuovamente abbozzare rinunciando anche alla possibilità di dare dimostrazione di forza con i propri uomini e provando a spostarsi almeno un po’ verso sinistra con la lista Martina.

 

Adesso, mentre si avvicinano le primarie, il governatore che ha lasciato passare del tempo prima di battere il colpo, è tornato a tuonare sul tema che più gli sta a cuore: la sanità e il commissariamento. Proprio quel comparto che l’allora premier Renzi gli levò dopo pochi giorni dalla sua elezione a presidente della giunta. E che ancora, dopo due anni e mezzo, continua ad essere retto da Massimo Scura, inviato proprio da Renzi in Calabria.

Lo scontro frontale tra Oliverio e Scura non ha conosciuto soste, arrivando spesso anche nelle aule di Tribunale e adesso si concentra sul tema assai “sensibile” legato alle 600 assunzioni che politicamente fanno gola a tutti.

 

Ed allora Oliverio, parlando da Cetraro durante l’inaugurazione della nuova risonanza magnetica dell’ospedale, ha tuonato: «In questi sette anni di commissariamento della sanità purtroppo non sono stati affrontati i problemi fondamentali per qualificare le prestazioni sanitarie ed invertire un trend negativo, a partire da quello dell'emigrazione sanitaria. Anche la querelle di questi giorni tra il commissario e il Governo da una parte e all'interno della struttura commissariale stessa dall’altra, sul decreto relativo a 600 assunzioni, è grave. Chiederò al Ministro della Salute un intervento diretto, per sbloccare positivamente attraverso i necessari correttivi un provvedimento che possa consentire l'assunzione del personale necessario al rafforzamento dei servizi sanitari».

 

E poi per levare ogni possibile dubbio: «E' evidente che non si può continuare a mantenere una situazione per la quale la Calabria e i calabresi stanno pagando un prezzo inaccettabile. Il Governo deve prendere atto di ciò ed assumere le iniziative conseguenti».

 

C’è da aspettarsi, però, che ogni decisione arriverà dopo le primarie del Pd che se sono in grado di bloccare il Paese, figuriamoci la Calabria. Per i diritti, anche quello alla salute, ci sarà tempo dopo che gli equilibri democrat saranno blindati e Renzi avrà di nuovo il pallino in mano.

 

 Riccardo Tripepi