Inevitabile che la scoppola rimediata al referendum comporti un assestamento anche alla Regione. I grillini e Forza Italia, tramite tutti i big, hanno già dato la propria lettura del voto: i calabresi bocciano la giunta Oliverio.

 

Il governatore, per il momento, non si è lasciato andare ad analisi del voto, ma nel suo entourage si aspettano immediate correzioni di strategia. Per il momento Oliverio aspetta di capire quali saranno le dinamiche che si avvieranno a livello nazionale, ma tra i deputati ex bersaniani sono già iniziati i distinguo tra la scelta referendaria e il posizionamento nel partito.

 

Uno degli snodi fondamentali, ovviamente, sarà legato al nuovo premier e al nuovo governo. La legge di stabilità va comunque approvata e se dovesse rimanere così sarebbe comunque una mezza vittoria per la giunta, con Mario Oliverio che diventerebbe finalmente commissario alla Sanità rispedendo a casa Scura e Urbani. Diversamente il governatore si troverebbe con le mani legate nel comparto che movimenta il 70% dell’economia calabrese.

 

Il secondo punto è legato alla futura gestione del partito, a tutti i livelli. In tal senso la partita il governatore la giocherà su più fronti e negli aggiustamenti complessivi un “equilibratore” potrebbe essere rappresentato dal rimpasto di giunta che, appunto, era stato rimandato al dopo referendum.

 

A questo punto le operazioni potrebbero essere accelerate e comunque concluse entro la fine dell’anno. Ed in ogni caso saranno avviate nell’immediatezza. L’obiettivo è quello di riallacciare i fili con il partito, il Consiglio e la maggioranza che si sentono ai margini dopo la scelta di una giunta di soli tecnici.


Si dovrebbe arrivare, stavolta, ad un mix tra tecnici e politici. Anche se questi ultimi, come si inizia vociferare, non per forza saranno consiglieri regionali.

 

Per quel che riguarda il capitolo uscenti, due assessori sembrano avere già un piede fuori dalla giunta. Si tratta dell’assessore al Lavoro Federica Roccisano e del collega alla Pianificazione Territoriale Franco Rossi. La prima dopo aver perso le coperture politiche iniziale è incappata nella pessima gaffe con Report e il trasporto ai disabili. Il secondo, ancor oggi, non ha lasciato traccia tangibile di sé ed è praticamente sconosciuto ai calabresi e alla gran parte dei consiglieri.

 

Insicura di restare, ma ancora in ballo è Federica Barbalace allo Sviluppo Economico.

 

Ma la novità delle ultime settimane, piuttosto clamorosa, è legata alla possibilità che a poter uscire sarebbe lo stesso vicepresidente Viscomi che sta alacremente lavorando al bilancio di previsione 2017. In questo caso il discorso, però, sarebbe più complesso. Il professore universitario ha moltissimi impegni ed era stato pregato al momento di accettare l’incarico. Adesso, però, sembra averci preso gusto, tanto che alcune sue iniziative autonome e indipendenti in piena campagna elettorale hanno fatto imbufalire non poco Oliverio e anche i vertici del Pd. Al presidente tutto manca tranne che farsi offuscare dal suo vice.

 

In ogni caso, dopo le opportune verifiche, due o tre cambi saranno fisiologici. Anche per cementare la maggioranza e il partito. Magari accogliendo nell’esecutivo qualche capogruppo e tra questi magari il presidente della lista che porta il nome del governatore e cioè Orlandino Greco. Tutte ipotesi ancora da valutare, ma di certo Oliverio avrà da cambiare rotta se non vuole rischiare di fare la fine dei suoi predecessori tutti scalzati prima di ottenere il secondo mandato.

 

Riccardo Tripepi