A margine dell'iniziativa di Catanzaro tutto il malessere di una maggioranza che non riesce da sei Consigli regionali a garantire il numero legale. Ciconte è ormai pronto all'abbandono, ma anche l'iniziativa di Arturo Bova sulla sanità ha fatto indispettire tanti. Una verifica di maggioranza, a questo punto, sembra difficilmente evitabile - VIDEO
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Prosegue il lavoro del governatore Mario Oliverio al progetto di un’alleanza civica e senza steccati partitici in vista delle prossime regionali. A Catanzaro, in occasione dello stanziamento di quasi 700 milioni per la mobilità cittadina, il presidente ha nuovamente sottolineato l’importanza delle intese istituzionali per il progresso del territorio. «Serve un’intesa per risolvere i problemi della Regione e per l’affermazione del principio di legalità. Con un programma di questo tipo l’alleanza futura non avrà steccati o limiti».
E non è passato inosservato l’inedito feeling del governatore con il sindaco Sergio Abramo e anche con il consigliere regionale Mimmo Tallini. Al quale ha fatto da contraltare il nervosismo di Enzo Ciconte che ha protestato contro il mancato coinvolgimento nell’organizzazione dell’iniziativa e, ormai, può considerarsi con un piede e mezzo fuori dalla maggioranza. Ciconte non è intervenuto neanche durante il Consiglio comunale di Catanzaro e da tempo viene segnalato in perfetta sintonia con il progetto di Carlo Guccione che, di certo, se non è fuori dal Pd e dal centrosinistra è sicuramente alternativo a quello di Oliverio. I due sono stati determinanti in occasione dell’ultimo Consiglio regionale per far saltare il numero legale, per la sesta volta consecutiva in altrettante riunioni dell'Assemblea, allontanandosi dall’Aula. Non è un mistero, poi, che l’attuale vicepresidente del Consiglio regionale non digerisca la candidatura ormai scontata di Enzo Bruno alle prossime regionali e guardi ormai altrove per il proprio futuro politico.
Ma non sono soltanto Guccione e Ciconte a far traballare la maggioranza di centrosinistra al governo della Regione. A margine dell’iniziativa di Catanzaro non sono mancate le discussioni in ordine alla proposta di legge che Arturo Bova (Leu) ha voluto depositare per accelerare la creazione dell’azienda unica di Catanzaro, frutto della fusione dell’Ao “Pugliese Ciaccio” e del Policlinico universitario “Mater Domini”. Oliverio si è trovato a raccogliere le lamentele di tanti e tra questi anche quelle di Tonino Scalzo che ha mosso la seguente obiezione: “ma se si procede con iniziative individuali che lo abbiamo costituito a fare il tavolo con Franco Pacenza?”.
Non mancano, dunque, i profili di preoccupazione anche in vista del prossimo Consiglio regionale che registrerà le surroghe degli eletti in Parlamento alle ultime elezioni. Il timore è che possano registrarsi nuove imboscate o nuovi passi falsi. Del resto il capogruppo della “Oliverio presidente” Orlandino Greco, pur sostenendo la ricandidatura del governatore e la sua svolta civica, ha parlato chiaro: «serve fare chiarezza dentro la maggioranza per capire se esistano o meno i numeri per andare avanti con serenità». Una verifica, insomma, con tutti i rischi che ne potrebbero conseguire in vista della fase finale della legislatura, ma che sembra inevitabile per capire davvero su quali basi possa reggersi il progetto della grande coalizione che Oliverio ha tirato fuori dal cilindro per provare a levarsi dall’angolo in cui era finito complice anche la disfatta del Pd.
Riccardo Tripepi
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