“La Calabria si trova collocata su una montagna di debiti che oscilla tra un miliardo e mezze e due miliardi”. Il grido di allarme è stato lanciato ieri dal consigliere regionale del Pd Carlo Guccione durante la riunione di Consiglio regionale dedicata all’approvazione della manovra di assestamento. L’ex assessore al Lavoro, diventato una vera e propria spina nel fianco per il governo regionale, ha chiesto dunque ad Oliverio maggiore coraggio e slancio per salvare il salvabile e “mantenere gli impegni con gli elettori presi un anno fa”.
Il governatore, però, ha voluto stavolta guardare al lato positivo della critica e risposto in aula al consigliere Guccione, ribadendo tutte le iniziative messe in atto dalla giunta per fronteggiare l’espandersi della situazione debitoria. “Purtroppo – ha detto il governatore – i dati forniti dal consigliere Guccione rispondono al vero. La Calabria paga anni di gestione non oculate delle risorse pubbliche che ci hanno portato a questa situazione. Pensate che solo nell’Afor – ha spiegato Oliverio – esiste un disavanzo da 236 milioni di euro”. Ecco perché per il governatore occorre procedere a passo spedito verso il riordino (in realtà una cancellazione) degli enti strumentali e sub regionali. “La Calabria non può certo permettersi un default, ma deve riuscire a governare l’attuale fase per uscire dalla crisi e provare ad avviare politiche di sviluppo”.
La ricetta esposta da Oliverio prevede la razionalizzazione degli enti regionali, con la conclusione delle procedure di liquidazione o accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private, e della fase liquidatoria dei vari enti, al fine di realizzarne il riordino.
Per Oliverio gli enti regionali davvero necessari sono tre: un’agenzia che si occupi di lavoro, un’agenzia per lo sviluppo e Fincalabra che “torni al suo ruolo di finanziaria regionale”.
Inevitabile il riferimento ad una più oculata gestione dei fondi europei e, soprattutto, al nodo della gestione sanitaria.
“Non è una contrapposizione con Scura, ma la constatazione che durante gli anni di gestione commissariale la situazione calabrese non è migliorata. Non si può gestire solo chiudendo gli ospedali. E’ indispensabile rinegoziare il piano di rientro dal deficit sanitario, in scadenza al 31 dicembre e auspico che dal Consiglio regionale, sede principale del confronto e delle decisioni da assumere nell’interesse della regione, si possa ripartire per costruire un nuovo assetto della Calabria, ponendo al centro i bisogni reali del territorio”.
Barra dritta per Oliverio, dunque, che ha salutato con soddisfazione l’approvazione dell’assestamento e respinto al mittente ogni critica. Comprese quelle dalla consigliera Flora Sculco (Calabria in rete) ormai in aperto contrapposizione alla giunta. La Sculco ha nuovamente lamentato la mancata copertura finanziaria della legge sui centri antiviolenza. Sia Oliverio che il vice Viscomi hanno peraltro di “strumentalizzazioni”. Proprio il vice ha spiegato come esistano 435mila euro per il finanziamento della legge che non sono stati impiegati. “Prima di assegnare altre risorse in un momento difficile come questo – ha detto Viscomi – è necessari spendere bene quelle che ci sono”. Concetto ribadito da Oliverio che si è rivoto a tutte le associazioni che si occupano del tema a dare il loro contributo e ricordato l’impegno della giunta sul tema sollevato dalla Sculco, fin dall’insediamento.
Per il resto il dibattito sull’assestamento è filato liscio con critiche d’ordinanza da parte dell’opposizione e il solito appoggio di Ncd che tramite il capogruppo Arruzzolo ha spiegato nuovamente il sostegno che gli alfaniani daranno alla giunta in fase così delicata per il futuro della Regione.
I contenuti specifici della manovra sono stati illustrati da Viscomi all’Aula.
«Con la manovra in argomento vengono autorizzate maggiori spese nel triennio 2015-2017 per 124 milioni di euro circa, di cui euro 83,1 milioni nell'anno 2015. In particolare, gli incrementi di stanziamento hanno riguardato in via principale: il fondo necessario a garantire la copertura della spesa derivante da atti giudiziali di pignoramento per 21,1 milioni di euro; il fondo necessario per garantire la copertura degli oneri da contenzioso per 10 milioni di euro; il fondo di accantonamento per le perdite di esercizio delle società e delle aziende regionali per circa 3,1 milioni di euro; il fondo per la copertura dei debiti pregressi per circa 1,7 milioni di euro. Si tratta di spese vincolate – ha spiegato Viscomi – che hanno lasciato davvero esigui margini di discrezionalità”. Autorizzati anche maggiori spese per le attività realizzate nell'anno da Azienda Calabria Verde nel settore della forestazione per una spesa complessiva di 19 milioni fi euro. Disco verde anche agli stanziamenti per Terina (300mila euro) e Sogas (250mila euro).

 

Riccardo Tripepi