Bevacqua (capogruppo Pd) chiede una riunione urgente del Consiglio regionale: «Gravissimo quanto accaduto nella Conferenza delle Regioni». Ferrara (M5s): «Supini alla Lega». Sinistra italiana: «Bisogna scendere in piazza». Amalia Bruni: «Legge dannosa»
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La Conferenza delle Regioni ieri ha approvato il progetto di legge per l'autonomia differenziata proposto dal ministro Roberto Calderoli. Hanno espresso parere contrario quattro regioni: Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana. Tra i sì c'è invece anche quello della Calabria, espresso dal presidente della Regione Roberto Occhiuto.
Il disegno di legge del ministro Roberto Calderoli «è soltanto l'avvio di un percorso» che, oltre all'autonomia, «dovrà anche superare la spesa storica e garantire i diritti sociali e civili su tutto il territorio nazionale». Lo avrebbe sottolineato - secondo quanto si apprende - il governatore calabrese durante i lavori esprimendo dunque un «parare favorevole all'avvio di questo percorso» che però «non rappresenta una cambiale in bianco». «Soltanto quando si definirà il costo dei Lep, superando la spesa storica e quantificando le risorse occorrenti per garantire gli stessi diritti a tutti - ha aggiunto Occhiuto - si potrà dire se questo percorso può andare avanti o deve fermarsi, e si potrà dunque dare un giudizio conclusivo sulla proposta di riforma». Dunque, conclude Occhiuto, «nessun pregiudizio ideologico» sull'autonomia. «A condizione che si superi la spesa storica e che si garantiscano a tutti i diritti sociali e civili, a prescindere dalla Regione nella quale si vive».
Il sì di Occhiuto all'autonomia differenziata ha subito scatenato le polemiche da parte delle opposizioni. Fra i primi ad attaccare tale decisione, il senatore calabrese del Pd Nicola Irto secondo il quale il governatore «ha svenduto la Calabria per interessi politici e di partito».
Pd Calabria invoca subito un Consiglio regionale
«La decisione del Presidente Occhiuto di non dare parere contrario, nella Conferenza delle Regioni, al progetto Calderoli sull’autonomia differenziata è gravissima: chiediamo la convocazione immediata del Consiglio regionale. La Calabria non può acconsentire al proprio suicidio solo perché il suo presidente non sa dire No alla sua parte politica». Lo afferma in una nota il capogruppo Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua, che aggiunge: «Ci eravamo illusi che i dubbi espressi dallo stesso Occhiuto nelle scorse settimane si trasformassero in un voto chiaro a favore della nostra terra e dell’unità nazionale (come hanno fatto Campania, Puglia, Emilia Romagna, Toscana): e, invece, si è allineato a una operazione che mira a spaccare le istituzioni e il Paese e ad accondiscendere ai desideri della peggiore propaganda leghista. Si tratta di un atto inaccettabile. Se il governo Meloni vuole andare avanti su questa strada scellerata a colpi di maggioranza, Occhiuto deve ricordare di essere stato eletto dai calabresi: per rappresentarne interessi, non per affossarli. Venga in Consiglio – conclude Bevacqua – e ci spieghi le ragioni di una decisione che appare davvero incomprensibile; e dia a tutti i consiglieri la possibilità di interloquire e di dire la loro. Che ognuno si assuma le proprie responsabilità alla luce del sole e nella sede appropriata».
Ferrara (M5s): «Calabria ne pagherà conseguenze»
Sul tema si è espressa anche l'eurodeputata del Movimento 5 stelle Laura Ferrara: «Roberto Occhiuto ha di fatto svenduto la nostra regione alle ragioni della Lega Nord per meri equilibri politici: mantenere compatta la maggioranza in Consiglio regionale. Cerca di giustificarsi, ma il suo voto favorevole è di fatto una delega in bianco perché il testo del decreto legge è chiaro sul fatto che non saranno stanziate risorse economiche per garantire i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Questa riforma che procede speditamente minerà l’unità del nostro Paese. La Calabria sarà uno di quei territori che ne pagherà maggiormente le conseguenze».
«Da Occhiuto - prosegue Ferrara - ci saremmo aspettati una presa di coscienza, un senso di responsabilità verso i suoi stessi cittadini e la terra che governa. Poteva e doveva essere la voce critica, anche solo pretendere un iter diverso, ha preferito invece farsi schiacciare da logiche di appartenenza e di alleanze politiche.
Il Movimento 5 stelle continua a dire NO a questa riforma che vuole un'Italia a due velocità dove chi oggi è ricco sarà ancora più ricco e chi è povero sarà ancora più povero. Lo ribadiremo con ancora più forza questo pomeriggio a Cosenza alle 17:30 a Villa Rendano, con Roberto Fico, Anna Laura Orrico, Veronica Buffone e Giuseppe Giorno e tutti gli attivisti del M5s» conclude l'eurodeputata Laura Ferrara in una nota.
Sinistra italiana chiama a raccolta sindaci e movimenti
Dura anche la reazione di Sinistra italiana Calabria: «Il presidente della Regione Calabria agli interessi dei cittadini calabresi, dello sviluppo della Calabria, dell’esigibilità e parità dei diritti universali per la popolazione calabrese, a partire dall’Istruzione e la Salute, ha fatto prevalere gli interessi di parte, della tenuta della coalizione, votando a favore della “secessione dei ricchi”, che accentuerà ancora di più le diseguaglianze, le povertà e lo stato di indigenza di gran parte della popolazione regionale e del Mezzogiorno. Ancor più assurda la sua dichiarazione, subito dopo aver compiuto, in sintonia con gli altri Presidenti meridionali del centrodestra, il misfatto: “ …è soltanto l’avvio di un percorso che, oltre all’autonomia dovrà anche superare la spesa storica e garantire i diritti sociali e civili su tutto il territorio nazionale”. La posizione del Presidente Occhiuto è grave e mina fortemente e definitivamente la possibilità di crescita della regione e del superamento del gap, sia economico che sociale, che la pone a fanalino di coda dei territori del Paese e dello stesso Mezzogiorno».
Secondo il partito fondato da Fratoianni, «non si era mai registrato dal dopoguerra in poi un attacco così veemente alla Costituzione, ai suoi valori fondanti quali l’unità del Paese, l’uguaglianza, la democrazia e la solidarietà. Non vi è dubbio che questo governo a trazione leghista sta nei fatti penalizzando il Mezzogiorno, realizzando nei fatti quella secessione che ha tanto agognato, rendendo più ricchi i territori già sviluppati, affidando alle regioni più competenze e risorse, che avvantaggeranno le regioni del Nord del Paese». Sinistra italiana Calabria ritiene che «la reazione contro il disegno “Spacca Italia” debba essere più forte, condivisa e diffusa su tutto il territorio regionale, coinvolgendo sindaci e amministrazioni comunali, associazioni e movimenti, forze politiche e sociali».
Amalia Bruni: «Legge dannosa, creiamo Fronte istituzionale e sociale»
«Quando alle ragioni della comunità si antepongono motivi di interesse di partito o di appartenenza politica non si fa mai un buon servizio a chi ci ha eletto. È quello che sistematicamente stanno facendo il presidente Occhiuto e la sua maggioranza su questa vicenda», lo afferma la leader dell'opposizione in Consiglio regionale Amalia Bruni. «In Consiglio regionale della Calabria è vietato parlarne, nessun dibattito, nessun confronto è concesso, Occhiuto e il centrodestra preferiscono mettere il bavaglio a tutti e tirare dritto per la loro strada, che tra l’altro, nessuno ci ha spiegato ancora dove porti. Si va avanti senza confrontarsi. Io e il collega Tavernise abbiamo presentato una mozione per discutere di Autonomia differenziata in Consiglio regionale, per avviare una discussione serena, un confronto anche serrato in una seduta del Consiglio dedicata a un tema vitale per il futuro della nostra Terra. Non avendo avuto alcuna risposta ho chiesto di discutere immediatamente di questo argomento ma la maggioranza compatta ha votato no. Lo abbiamo fatto prima in conferenza dei capigruppo proprio con la mozione, poi lo abbiamo ribadito in Aula ma ancora niente. È grave, molto grave impedire alla massima assemblea calabrese di esprimersi, lo ha chiesto anche l’Anci ma non hanno voluto sentire ragioni. Quindi, mentre in tutta Italia si parla del futuro della Sanità, dell’Istruzione, delle Infrastrutture, dei Trasporti il Consiglio regionale della Calabria viene messo a tacere, costretto a non esprimersi. Vorremmo capire qual è la vostra idea su come definire il costo dei livelli essenziali di prestazione (ep mettendo da parte la spesa storica, sapete dare un’indicazione su quanti soldi occorrono per ottenere che i servizi erogati a Milano siano gli stessi, sia a Napoli, sia a Catanzaro? Ecco, di questo vorremmo parlare e per questo lo abbiamo chiesto più di un mese ma è stato impedito ogni tentativo di dibattito, di discussione. E allora propongo di costruire un Fronte Istituzionale e sociale: sindacati, amministratori, associazioni industriali, il mondo universitario, la Chiesa e tutti coloro che hanno davvero a cuore il bene della Calabria e l’unità del Paese uniti per dimostrare che questa legge è sbagliata e dannosa».