Sembrano arrivati quasi a un punto di non ritorno i rapporti interni alla maggioranza di centrodestra. Colpa delle imminenti elezioni Europee e del loro sistema elettorale, proporzionale puro, che stanno spingendo i partiti a rimarcare quanto più possibile le differenze rispetto agli alleati.

Una strategia più che giusta, però Matteo Salvini avrebbe superato il segno con i continui attacchi al partito di maggioranza relativa. Il caso è scoppiato per la convention di destra organizzata dal Capitano. L’accusa a Salvini è ancora quella di aver usato il videomessaggio inviato da Marine Le Pen per far uscire allo scoperto la premier sulle future alleanze europee di FdI e sul possibile appoggio al bis di Ursula von der Leyen. Una trappola che non è piaciuta affatto alla Meloni: «Secondo me è un errore dividere o provare a dividere», sottolinea la premier. È sbagliato, ribadisce, «dare più importanza alla campagna elettorale, a costo di dividere il centrodestra, perché questo è l’unico favore che si può veramente fare alla sinistra».

«Da mesi la Lega auspica un centrodestra unito, in Europa come in Italia - replica il Carroccio in una nota -. Purtroppo, finora, sono arrivati solo veti su Le Pen e sugli alleati della Lega. Speriamo – prosegue la nota – che nessuno, nella coalizione che guida il Paese, preferisca governare l’Unione europea con Macron e i socialisti, piuttosto che con la Lega e i suoi alleati». Insomma c’è un problema evidente di posizionamento politico una volta che si andrà a Bruxelles. Va bene l’importanza di queste elezioni, le prime con la guerra che bussa alle porte dell’Europa, però da Fratelli d’Italia l’atteggiamento della Lega inizia davvero ad indispettire.

Al punto che ieri Repubblica ventilava una possibile exit strategy della Meloni ovvero l’eventualità di un rimpasto di governo dopo le Europee. Per ridimensionare il leghista, per premiare Forza Italia, che sta crescendo giorno dopo giorno, soprattutto in caso di sorpasso sul Carroccio. Antonio Tajani ha capito come gira la storia e non perde occasione per lanciare strali contro Salvini e sottolineare la differenza di vedute, soprattutto in Europa, fra lui e i leghisti. Certamente la mossa del rimpasto potrebbe essere azzardata per gli equilibri interni della coalizione, ma di fronte ad una Lega che scende e Forza Italia che continua a salire è chiaro che gli equilibri nell’esecutivo possano cambiare.

Questa storia, ammesso che andrà davvero così, rischia di impattare molto sulla Calabria. Nei corridoi della politica da tempo si mormora che Roberto Occhiuto potrebbe essere, vista l’autorevolezza politica, il nome nuovo per il Meloni II. Alcuni si spingono anche a dire che potrebbe essere il successore di Fitto come ministro del Sud nel caso questi voli in Europa.

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Una suggestione forse. Occhiuto più volte ha ripetuto che il suo interesse principale è la Calabria e che se voleva fare il ministro avrebbe potuto quando era capogruppo alla Camera di Forza Italia. Invece ha deciso di fare una scelta di cuore. C’è da considerare anche l'aleatorietà di un incarico che potrebbe avere un orizzonte temporale più ristretto rispetto a quello di presidente della giunta regionale. Insomma questi sono discorsi che verranno. Per ora bisogna concentrarsi sulle Europee e, per restare in Calabria, bisogna sciogliere il nodo candidati. L’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, si è detto pronto a  rispondere alle esigenze del partito. Ma siamo ancora fermi a questo punto mentre il tempo passa e se Occhiuto davvero accarezza l’idea di diventare ministro deve accelerare perché, nel caso, bisogna portare i voti al futuro tavolo delle trattative.