A Palazzo Campanella nuova seduta del Consiglio regionale della Calabria, rigorosamente a porte chiuse causa l’emergenza epidemiologica in atto. Quattro i punti all’ordine del giorno e come prima cosa, spazio alle Linee guida del programma di Occhiuto. 
In apertura di seduta, il presidente Roberto Occhiuto non legge le oltre 40 pagine del Programma di governo che è stato inviato per tempo ai consiglieri, ma decide di rendere conto ai consiglieri dei primi 50 giorni «intensi ed impegnativi» vissuti da presidente tra le emergenze di una regione complessa come la Calabria e il lavoro di prospettiva sulla riorganizzazione della macchina burocratica in proiezione Piano nazionale di ripresa e resilienza, il tutto mentre stiamo attraversando la quarta ondata della pandemia. Il capo dell’esecutivo riferisce di essere stato chiamato dal generale Figliuolo per complimentarsi rispetto alla campagna vaccinale che ha registrato uno sprint per certi versi anche inaspettato, ponendo la Calabria tra le regioni virtuose in questo ambito. «Il mio obiettivo è far uscire la Calabria dal Commissariamento» ribadisce Occhiuto, che sposta l’attenzione sul Decreto Calabria in discussione proprio questo pomeriggio alla Camera.

«Mai era successo prima di oggi, che in un provvedimento del Parlamento ci fossero 5 pagine dedicate alla Calabria. Siamo intervenuti grazie al supporto che il Governo ci ha dato per ottenere risorse che supportino le attività del commissario. Avremo solo 5 esperti ma anche 40 persone dell’Agenas, con la possibilità di attingere all’esterno per rimpinguare il Dipartimento della salute».

Ma nel corso del suo intervento Occhiuto ha invitato l’istituzione a compattarsi: «Vorrei che la Regione assumesse un’altra battaglia che è quella della perequazione, che deve tenere conto del ritardo a cui la Calabria è stata costretta dai Commissariamento. Spero lo faremo prima di compensare la mobilità passiva che abbiamo sospeso fino al 2026».

Il presidente, poi, allungando lo sguardo al prosieguo dei lavori del Consiglio rende noto all’aula che è stato proprio oggi licenziato in giunta il Rendiconto - che recepisce le indicazioni date nel giudizio di parifica dalla Corte dei Conti - insieme a tutti i documenti propedeutici per evitare l’esercizio provvisorio.

Poi, Occhiuto rimarca i suoi meriti: «Non c’è stato mai un presidente che ha interloquito con la conferenza dei capigruppo, che abbia dato centralità al Consiglio così come ho fatto io. Mi auguro che il Consiglio agisca con urgenza e velocità per le sfide che ci attendono».

Opposizioni sul piede di guerra

Se il presidente della giunta raccoglie l’ovvio favore dai gruppi della sua maggioranza con gli interventi di Giacomo Crinò (FA), Luciana De Francesco (FdI), Pietro Raso (Lega), Francesco De Nisi (CI), Giuseppe Mattiani (FI), lo stesso non può dirsi per le opposizioni che si sono compattate – ognuno con le proprie posizioni – per dare un voto negativo e contrario alle Linee programmatiche. Ernesto Alecci (Pd) si è detto sorpreso dal documento che si aspettava più articolato, soffermandosi in particolare sul welfare e sulla formazione, dicendo che «si poteva fare di più».

Amalia Bruni è stata tranciante, sin dall’inizio del suo intervento: «Un Programma di governo ci deve dire non solo dove andiamo, ma anche come e in che tempi. In realtà è un programma di governo che lascia molto a desiderare ed è impreciso». La capogruppo del Misto contesta l’assenza di precise parole chiave: «Nessun riferimento al potere criminale che devasta questa terra, né alla povertà o alla sicurezza dei calabresi. Nulla sulla dispersione scolastica, o il tema dell’immigrazione che fa della Calabria una terra solidale. L’ambiente, l’acqua, il legame con gli enti locali sono stati poco trattati».

Ma la Bruni si sofferma ovviamente anche sulla sanità: «Abbiamo bisogno di una sanità di qualità. La strada dell’interazione tra Enti e comunità venga perseguita con fermezza perché questa è la strada per costruire l’integrazione socio sanitaria che manca completamente. È diventato Commissario, quindi oneri ed onori. Nessun calabrese ora potrà accusare Roma di inadempienze». Le contestazioni della Bruni sono puntuali e con numeri alla mano. E a proposito di numeri, facendo riferimento al Debito sanitario, ha espresso «totale disapprovazione al ricorso alla Cassa depositi e prestiti, per l’apertura di un nuovo debito».

Il capogruppo del Pd Nicola Irto, parla di «disallineamento» tra la relazione che Occhiuto ha fatto in aula e le Linee programmatiche depositate negli ultimi cinquanta giorni, che hanno una valenza istituzionale e politica. Irto prova quindi ad andare al di là dell’ovvia recrudescenza del virus, e sottolinea che «dobbiamo anche rispondere al sindacato dei medici di base che ci dice che molti di loro in alcune aziende ospedaliere non hanno avuto l'adeguamento contrattuale; dobbiamo sapere cosa rispondere ad alcuni sindaci che vengono a dire che nel loro territorio è stata chiusa la guardia medica e alcuni vengono a dire che non c’è neanche il medico di base. Il problema è capire in che modo programmiamo e infondiamo nuove energie nella medicina di base, nella medicina del territorio, nella medicina di prossimità, nei bisogni veri che ci sono nella nostra regione». Per Irto insomma nelle linee programmatiche manca una visione complessiva. Lo fa capire mettendo in fila una serie di tematiche che hanno pure contrassegnato gli ultimi cinquanta giorni: «Oggi noi le chiediamo di dirci in che modo, sul sistema aeroportuale calabrese, si vuole investire e si vuole invertire rotta in maniera concreta. Servono idee chiare, così come sul tema del terzo settore. Lei scrive che sarà il braccio operativo e forte della Regione per le emergenze e la pandemia, io dico che il terzo settore deve rappresentare l'ossatura di una assistenza territoriale di prossimità che va oltre il terzo settore stesso». Ma investimenti e idee chiare servono, per Irto, anche nel campo ambientale: «Dobbiamo mettere in campo un fortissimo investimento in prevenzione perché non basta mettere qualche risorsa per dire che diamo qualche euro a qualche azienda». E se sul tema dell’Università, Irto sollecita l’istaurazione di un nuovo rapporto tra le due istituzioni, anche sulla capacità di spesa bisogna avere una visione europea, con progetti concreti e tempi certi. Rispetta al tema caldo dell’autonomia differenziata, il capogruppo del Pd offre disponibilità per la riedizione di un atto comune non sono per chiedere pari dignità in termini di distribuzione di risorse ma anche perché non si può accettare che in Italia possa essere ulteriormente costruita una Babele istituzionale: «Abbiamo già le regioni a statuto speciale, avremo le regioni a statuto differenziato, avremo le regioni a statuto ordinario; è inaccettabileche  la nostra regione debba rientrare in un processo solidaristico nazionale».

Davide Tavernise (M5S) si è soffermato sul dato della mobilità passiva, affermando di non aver letto nessuna frase su ospedali chiusi che vanno riaperti: «Da qui si deve ripartire» – dice Tavernise che approfitta dell’occasione per rilanciare la questione dell’ospedale di Cariati, insieme a quello di Praia e Trebisacce. Critica la Sorical e parla di acqua pubblica come obiettivo da perseguire e boccia i Centri per l’impiego che sono dei pesi morti: «Bisogna intervenire su “garanzia giovani”, e puntare forte sulle politiche attive».

Ferdinando Laghi (deMa) in avvio dell’intervento si è concentrato sulla sanità: «Sono da definire ruoli e ambiti della sanità privata che deve essere complementare alla sanità pubblica. E sulla quantificazione del debito, vorremmo sapere qual è l’orizzonte temporale per definirlo?». Il capogruppo del Polo civico si domanda: «Siamo certi che non ci sia una strada diversa?». Critico anche sul capitolo dedicato da Occhiuto alle pari opportunità - «sviluppato in maniera inadeguata» – ha sottolineato come l’acqua, bene comune, vada sottratta al mercato - «significa gestione pubblica». In tema ambientale chiede chiarimenti sulla posizione della Regione sugli inceneritori, sottolineando come il Piano rifiuti esistente non sta in piedi nè dal punto di vista tecnico né da quello organizzativo. Definendo il capitolo del lavoro «troppo risicato», ha considerato «riprovevole» che non ci sia una parola sull’eolico selvaggio ampiamente infiltrato dalla criminalità organizzata. Anche Laghi – che contesta il 5g considerandolo dannoso – mancano riferimenti alla protezione civile, ai lavori pubblici, allo sport, alle politiche giovanili, tutela e sicurezza sul lavoro, ricerca scientifica, autonomie, sottolineando che manca una presa di posizione chiara sul regionalismo differenziato.

Mimmo Bevacqua (Pd) dice di aver apprezzato la relazione di Occhiuto sui suoi 50 giorni, «ma ha dimenticato di dire che se è commissario è merito delle forze di governo di cui fa parte il Pd».

Antonio Lo Schiavo (deMa) è convinto che «la Calabria ha un grave problema sanitario e non solo perché siamo in zona gialla: ancora non siamo riusciti a spendere i fondi Covid e non siamo riusciti ad aumentare i posti in terapia intensiva». Lo Schiavo punta dritto l’autonomia differenziata che «altro non è che una richiesta di maggiori risorse ad alcune precise aree del Paese. Ci sono problemi sul finanziamento sulla competenza e sulle materie stesse che le regioni richiedono in maniera autonoma rispetto allo Stato».