Esulta il gruppo regionale del Pd. «Sulla legge che voleva istituire il consigliere supplente avevamo ragione: il centrodestra spaccato è stato costretto a ritirarla». Esulta anche il M5s, fra i più accesi oppositori della legge. «Oggi non ha vinto il M5S, che ha fortemente avversato questa proposta di legge, ma i calabresi», ha esultato il capogruppo Davide Tavernise. Ma la sensazione è che si tratti di una vittoria di Pirro. L’imbarazzo nella maggioranza di centrodestra intorno la legge è evidente.

La riunione prima del consiglio regionale

Lo dimostra la posizione della capogruppo della Lega, Simona Loizzo, che non ha mai apposto la sua firma sulla proposta dei colleghi e ha preferito disertare l’aula piuttosto che votare contro la maggioranza. Lo dimostra l’irrituale riunione che ha preceduto il consiglio regionale ed infine, il segnale politicamente più tangibile, l’entrata in aula del gruppo di Fratelli d’Italia che hanno raggiunto i loro scranni solo dopo l’informativa di Occhiuto sulle infrastrutture.

Un chiaro segnale di dissenso per quello che è successo ovvero il rinvio di una legge che è nata tutta dentro Fratelli d’Italia, allo scopo di accontentare capra e cavoli ovvero di far nominare assessore il capogruppo Giuseppe Neri e far entrare in consiglio, come supplente, il sindaco di Locri Giovanni Calabrese. Una strategia sulla quale si sono incardinate anche le convenienze di altri consiglieri regionali di maggioranza. Soltanto la grande eco mediatica che ha avuto la vicenda ha portato, quasi obtorto collo, al rinvio di ieri. I proponenti hanno provato a difendere la loro proposta con le unghie e con i denti, ma alla fine hanno dovuto arrendersi di fronte all’indignazione del Paese reale ed anche alla contrarietà di alcuni loro colleghi che hanno deciso di schierarsi dalla parte dei calabresi e hanno fatto le barricate sulla legge.

Il rinvio

Ma la partita non è affatto finita perchè un rinvio non significa la revoca. Il presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha parlato di un rinvio di «alcuni mesi». Dopo aver rimarcato che la stessa norma è stata «tranquillamente» adottata in altre Regioni, «poggia su solide basi costituzionali e statutarie» e «non comporta alcun aggravio di spesa», si è comunque deciso di rimandare la questione a momenti migliori. «Pur essendo la proposta condivisa all'unanimità da tutta la maggioranza, proprio per affrontare, con maggiore serenità e in una logica di sistema le problematiche istituzionali - ha aggiunto il presidente Mancuso - si è convenuto, nel corso di una riunione del centrodestra, di riproporre nei prossimi mesi alle Commissioni competenti e all'Aula, l'iniziativa legislativa».

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Quindi quello che si è deciso ieri è un semplice rinvio. Segno che il centrodestra non ha ancora abbandonato del tutto l’idea ma ieri ha voluto evitare che il dibattito si trasformasse in un Vietnam della maggioranza. Mancuso parla di passaggio in commissione che avverrà nelle prossime settimane, eppure di emendamenti o di modifiche al testo, di facciata o sostanziali, nessuno ne ha parlato e non riusciamo nemmeno ad intravedere quali possano essere le modifiche necessarie a rendere “digeribile” una legge il cui scopo politico ai più sfugge, al netto ovviamente della moltiplicazione delle poltrone. Allora la sensazione è che il presidente Occhiuto abbia fatto di tutto per mettere la sordina ad una pallina di neve che stava diventando una valanga capace di travolgere la maggioranza. Soprattutto se su queste lacerazioni locali si innesteranno le tensioni che qualcuno già intravede nel centrodestra che è alla guida del Paese.

La legge sul consigliere supplente

«La legge sul consigliere supplente non era un argomento che mi appassionava molto. Piuttosto sono stato impegnato in questa settimana a lavorare col governo sulle infrastrutture regionali e prima sulla proroga del decreto Calabria. Oggi, però, ho chiesto ai firmatari di questa proposta - che ringrazio per la sensibilità dimostrata - di ritirarla dall’ordine del giorno, anche se è stata presentata in assoluta buona fede, perché in fondo rappresentava un provvedimento già approvato in altre Regioni, come la Lombardia o il Veneto. Ma purtroppo noi non siamo ancora né come la Lombardia né come il Veneto, in Calabria ci sono ancora tante cose che non funzionano, e quindi è utile dare dimostrazione che siamo in grado di far funzionare prima quello che non va. Si penserà a questa norma quando si farà la revisione dello Statuto regionale e si ragionerà su come rendere più funzionale l’attività complessiva del Consiglio regionale», ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, parlando con i giornalisti a margine del Consiglio regionale.

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Tutti gli oppositori della norma devono quindi mantenere alta l’attenzione perché la proposta scacciata dalla porta potrebbe un domani rientrare dalla finestra, magari come avviene di solito sotto forma di emendamento da inserire nella prossima Finanziaria o in una legge omnibus di riforma dell’organizzazione del consiglio regionale.

Le opposizioni però possono lo stesso gioire perchè tutta questa fretta era dovuta soprattutto all’immimente rimpasto di giunta che dovrebbe varare Occhiuto da qui a breve. Adesso venuta meno l’ipotesi del consigliere supplente anche questo passaggio istituzionale dovrebbe conoscere un’accelerazione. Entro questa settimana la nuova giunta dovrebbe essere varata con Calabrese che prenderà il posto di Fausto Orsomarso e una fra la Iannini, Cappone e Bozzo quello di Tilde Minasi. Per ora i supplenti possono aspettare.