“Non contesto il legittimo diritto della città di Cosenza di avere un nuovo e più efficiente ospedale – dichiara il Sergio Abramo. Anzi, da sindaco del Capoluogo di Regione, lo auspico. Capisco anche la particolare attenzione che il presidente Oliverio riserva alla sua provincia. Ma questo obiettivo non può essere conseguito a discapito delle altre Città e soprattutto cancellando impegni solenni che sono stati assunti dallo Stato e dalla Regione. Mi riferisco alla costruzione del nuovo ospedale di Catanzaro, inserito nel programma della Protezione Civile assieme a quelli della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro. Con tutto il rispetto per le altre realtà territoriali, la centralità di Catanzaro in campo sanitario è un dato certo e non contestabile: all’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” si affiancano l’unica facoltà di medicina della Calabria con il suo policlinico e una rete di eccellenze private. A Catanzaro affluiscono pazienti da tutta la regione e anche da fuori regione. Ecco la necessità di dotare il Capoluogo di una nuova struttura che possa sostituire l’ormai vetusto ospedale “Pugliese”, costruito agli inizi degli anni Sessanta ed oggi insufficiente a garantire sicurezza ed efficienza dei servizi. Il nuovo ospedale, localizzato dal Consiglio Comunale a Germaneto, rappresenterebbe il completamento dell’ambizioso progetto di integrazione con l’Università.


Ora, mentre le procedure per la realizzazione degli ospedali della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro sono avanzate, sul nuovo ospedale di Catanzaro è calato il silenzio e non si sa neppure dove sono finiti i soldi. Il commissario Scura dice – e siamo d’accordo con lui – che bisogna intanto utilizzare le parti del policlinico che risultano vuote, ma tutti sappiamo che il “Pugliese” non può più reggere la sfida e che le ingenti spese per le ristrutturazioni dei reparti non sono bastate a renderlo un nosocomio all’altezza dei tempi.


Per quanto ci riguarda, contrasteremo in tutto i modi un disegno che tende a spostare a nord il baricentro non solo sanitario, ma anche politico e culturale, della Calabria. Chi mi conosce sa che non ho fatto sconti a presidenti che erano del mio stesso schieramento (Chiaravalloti prima, Scopelliti poi), mettendo al primo posti gli interessi legittimi della mia città. Mi attendo una forte mobilitazione di tutte le forze politiche della città, del mondo sanitario e delle professioni, dell’associazionismo e del sindacato, per sventare tale inaccettabile eventualità”.